Caso Scontrini, Marino assolto dopo sei anni di inchieste
Stando alle indagini della Finanza, coordinate dai pm Paolo Ielo e Roberto Felici, Marino utilizzò tra luglio 2013 e giugno 2015 la carta di credito comunale «per acquistare servizi di ristorazione nell’interesse suo, dei congiunti e di altre persone». In totale, secondo gli accertamenti delle Fiamme Gialle, avrebbe speso oltre 12 mila euro in diversi ristoranti della Capitale, ma anche di Milano, Torino e Firenze. A parere dei pubblici ministeri l’ex sindaco «saldava per 54 volte il conto di cene in ristoranti di Roma dove si era recato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione al di fuori della funzione di rappresentanza dell’ente». Sempre agli occhi dei pm avrebbe ordinato alle segretarie di formulare giustificativi non veri per accreditare il fine istituzionale degli esborsi. E però secondo la Suprema Corte queste tesi erano errate e nel suo comportamento non vi fu alcuna violazione. Tanto che hanno deciso di ribaltare il verdetto di secondo grado senza ordinare la celebrazione d’un nuovo Appello. E l’assoluzione è definitiva.
LA STAMPA
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