La sfida di Di Maio sui porti: «Chiuderli misura occasionale. E su Tripoli non giochiamo a fare i duri»
Teme che la Francia sulla Libia voglia adottare una linea autonoma?
«La
Francia è un Paese amico con cui ci parliamo schiettamente e da un
Paese amico mi aspetto correttezza e coerenza, fermo restando che
l’obiettivo di tutti a mio avviso deve essere quello di avviare un
processo di riconciliazione nazionale che sia innanzitutto inclusivo e
intra-libico. No ingerenze, ma sostegno alla pace. Non saranno ripetuti
gli errori del passato. La soluzione in Libia non è l’uso della forza.
Non è un altro intervento militare».
Ma avete intenzione di chiudere i porti a chi scappa dalla guerra?
«Vede,
chiudere un porto è una misura occasionale, risultata efficace in
alcuni casi quando abbiamo dovuto scuotere l’Ue, ma è pur sempre
occasionale. Funziona ora, ma di fronte a un intensificarsi della crisi
non basterebbe, quindi bisogna prepararsi in modo più strutturato, a
livello europeo, nel rispetto del diritto internazionale. Occorre
pianificare e prevenire, perché la sola reazione ha i suoi limiti».
Cosa dirà a Salvini? Ne avete già parlato?
«Certamente,
ne stiamo parlando insieme al presidente Conte e ai ministri
competenti. Sarebbe utile, indipendentemente dagli sviluppi in Libia, se
convincessero Orbán e i suoi alleati in Europa ad accettare le quote di
migranti che arrivano in Italia, visto che il sud Italia è frontiera
europea. Il problema è proprio questo. Sento tanto parlare di
sovranisti, ma è troppo facile fare i sovranisti con le frontiere
italiane. Così non va bene, qui ci vedo un po’ di incoerenza. Non ci si
può lamentare dei migranti se poi si stringono accordi con le stesse
forze politiche che ci voltano le spalle».
A proposito del leader della Lega: vi pungete su tutto ma sembrate non volervi lasciare…
«Quando
lavoriamo sul contratto di governo lavoriamo bene. Io sono un uomo di
parola e l’ho dimostrato. Poi non nego che ci sono delle differenze
enormi tra il M5S e la Lega, ad esempio anche sul 25 aprile. Per me la
Liberazione è un giorno da ricordare, così come gli anni subito dopo. Fa
parte della storia del nostro Paese, non possiamo fregarcene della
nostra storia. Col menefreghismo non andiamo da nessuna parte».
Ma non ritiene un po’ stucchevole questo continuo battibeccare con la Lega?
«È
un naturale confronto, tra due forze politiche diverse, l’importante è
portare a casa o risultati. Io sono una persona pacifica, non mi piace
discutere, preferisco lavorare con serenità».
Non è che tra i due litiganti il terzo gode…ossia il Pd di Zingaretti?
«Guardi,
per ora l’unica proposta che ho visto avanzare da questo nuovo Pd è
l’aumento degli stipendi dei parlamentari, faccia lei, mentre sul
salario minimo fanno orecchie da mercante. E poi c’è un tema, che per me
è centrale: la questione morale. Noi abbiamo avuto un singolo a Roma ed
è stato cacciato in 30 secondi, al Pd hanno dimezzato il partito in
Umbria e sono ancora tutti lì. La questione morale è una cosa seria, non
è che la risolvi incorniciando una foto di Berlinguer nella sezione di
partito».
In Umbria Salvini vuole elezioni anticipate. E lei?
«Gli
umbri meritano un’amministrazione diversa e più limpida, ma questo
gridare al voto dopo cinque minuti mi sembra un po’ strumentale. Quando
ho appreso degli arresti ho pensato che è gravissimo che ci sia qualcuno
che specula sulla salute dei cittadini. Ho pensato che bisogna fare
subito una legge per togliere la sanità dalle mani dei partiti. Più che
le urne mi preoccupano le persone che per andare a un pronto soccorso
devono farsi 50 km di macchina».
La sanità rimane un vulnus per gli scandali. Sarà oggetto di trattativa sull’autonomia?
«La
sanità è un tema centrale sul quale non accettiamo compromessi. Non lo
infiliamo dentro una trattativa. Ovviamente, sull’autonomia, anche in
vista degli scandali emersi, bisogna andarci con cautela. È nel
contratto, si deve fare, ma con equilibrio. Se qualcuno pensa di
spaccare il Paese in due noi non ci stiamo. Se qualcuno pensa di creare
dei malati o degli alunni di serie A e di serie B non se ne parla. Ad
ogni modo sul tema non ho ancora capito se ne devo parlare con Salvini o
con Zaia».
Avete dei progetti in mente per il sistema sanitario?
«Il
ministro Grillo sta facendo bene e con coraggio, penso al grande lavoro
che sta portando avanti per la riduzione delle liste d’attesa, che in
molte Regioni sono una cosa ignobile. E poi stiamo lavorando a diverse
misure anche sul piano economico. Un obiettivo che mi sono fissato in
questa legislatura è quello di abolire il superticket sanitario. E lo
porteremo a casa, le coperture si trovano, parliamo di circa mezzo
miliardo o poco più».
Intanto c’è chi evoca
la crisi di governo. Meloni ha detto: «Dopo le Europee non credo che
questo governo avrà più margini di vita».
«Ci sperano in molti
nella caduta di questo governo, ma per quanto mi riguarda va avanti per
altri 4 anni. Il voto delle Europee non condizionerà gli equilibri».
Lei ha scelto 5 capolista per le Europee ma questo ha creato molti mal di pancia tra gli eletti e nella base.
«Non ha creato nessun malumore, non è vero. È stato un segnale che abbiano voluto dare come M5S. Donne di alto profilo della società civile in corsa per cambiare l’Europa. Nelle scorse settimane c’è stato chi le voleva rinchiudere in cucina, noi le candidiamo».
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