La destra trionfa anche sui social network, mentre la sinistra non ha capito nulla
di Mauro Munafò e Susanna Turco
Per fortuna del Pd, c’è un mondo fuori dalla rete. Se per le prossime
elezioni europee ci si dovesse attenere a quello che accade sul web, il
partito guidato da Nicola Zingaretti avrebbe problemi pure a superare la
soglia di sbarramento. La storia e i perché partono da lontano,
affondano nelle radici culturali delle varie formazioni, nelle
personalità dei loro leader, ma anche, come si vedrà, nelle
caratteristiche di coloro che tirano i fili della web-propaganda. Per
avere una prima idea bastano alcuni numeri.
La tabella che classifica i primi quindici politici italiani per potenza
social, elaborata dall’Espresso sulla base dell’attività dell’ultimo
mese, è spietata: Matteo Salvini domina la scena, senza discussioni. Con
oltre 11 milioni di interazioni (la somma di commenti, like,
condivisioni), 3,5 milioni di follower e quasi 17mila like per post, da
solo il leader leghista totalizza le interazioni di tutti gli altri
politici messi insieme. In questa classifica Nicola Zingaretti arriva
tredicesimo. Dopo Gianluigi Paragone, dopo Luca Zaia. In pratica, il
segretario del Pd se la batte con Marco Furfaro, il coordinatore di
Futura. E con questo forse s’è detto tutto.
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