Elezioni europee 2019: in Europa circa 100 milioni di elettori sono ancora indecisi
2. “I Daeneryses”, o “Pro-Europeisti Dimenticati” (24% in Europa, 22% in Italia): Fortemente rappresentati in Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna, sono scettici nei confronti del sistema politico nazionale ma favorevoli ai valori europei. Questi elettori hanno redditi mediamente più bassi di tutti i gruppi e sono costituiti in gran parte da millennials e dalla generazione X.
3. “Gli Sparrows” o “Gilets Jaunes” – (38% in Europa, 49% in Italia): in particolare in Francia, Grecia e Italia, non hanno fiducia nei politici e nei sistemi politici a livello nazionale o europeo. Questi elettori hanno circa 50 anni ed hanno una forte rappresentanza femminile in Francia e in Italia.
4. “Free Folk of the North” o “Nazionalisti Euroscettici” (In Europa 14%, in Italia il 20%): concentrati soprattutto in Austria, Danimara e in Italia, sentono che il sistema politico del loro paese funziona e vorrebbero accentrare maggiori poteri a livello nazionale. Questo gruppo comprende baby-boomer ed elettori ideologicamente più a destra.
Il rapporto, a cura di Ivan Krastev, Mark Leonard e Susi Dennison, sfata cinque miti sulle prossime elezioni:
Mito 1: La politica europea degli ultimi quattro anni, come negli Stati
Uniti e nel Regno Unito, si è ri-orientata dai partiti alle tribù.
La Verità: i sondaggi paneuropei commissionati da ECFR hanno rilevato
che l’elettorato europeo è fluido con ben 97 milioni di elettori
indecisi. Questo il caso anche dell’Italia dove potrebbe esserci molta
fluidità tra elettori 5Stelle e Lega.
Mito 2: Le elezioni europee saranno uno scontro tra coloro che credono
nell’Europa (aperta) e coloro che credono nello Stato nazionale
(chiuso).
La Verità: la ricerca ECFR e i dati sul voto hanno identificato quattro
gruppi chiave di elettori che sceglieranno agenti credibili di
cambiamento sui temi che contano.
Mito 3: Le prossime elezioni dell’UE saranno incentrate sulla migrazione come questione centrale
La Verità: anche questioni interne, come il radicalismo islamico,
corruzione, salute e tenore di vita, costituiranno i principali campi di
battaglia elettorale. Se guardiamo all’Italia, gli elettori italiani
sono più preoccupati per l’emigrazione che per l’immigrazione. Inoltre,
la disoccupazione costituisce la prima preoccupazione per il paese e per
tutti gli elettori (47%), seguita da migrazione (32%), debito pubblico
(20%) ed economia (16%).
Mito 4: Ci sono conflitti di opinione in Europa tra l’Occidente e l’Oriente.
La Verità: Il sondaggio YouGov, in 14 Stati membri dell’UE, ha rivelato
che esiste un mosaico regionale di preoccupazioni e interessi, piuttosto
che una linea di demarcazione tra Ovest ed Est. Vi sono invece
importanti differenze tra il Nord e il Sud.
Mito 5: Le elezioni europee sono elezioni nazionali.
La Verità: Queste potrebbero essere le prime elezioni del Parlamento
europeo veramente transnazionali. I dati dei sondaggi, raccolti in tutta
Europa, hanno rivelato che, sebbene vi siano inevitabili dinamiche
nazionali, questioni chiave a livello paneuropeo – come il cambiamento
climatico, la minaccia del nazionalismo per l’UE o la capacità
dell’Europa di contrastare gli Stati Uniti o la Cina – hanno maggiore
spazio nella coscienza pubblica.
Il rapporto constata che la battaglia elettorale del 2019 sarà combattuta su una serie di circoscrizioni e questioni. L’immigrazione, che è diventata l’unico terreno degli antieuropeisti, si colloca al terzo posto nell’ordine delle preoccupazioni degli elettori in tutta l’UE – dietro il radicalismo islamico e le condizioni economiche nazionali – insieme ai timori per la crescita del nazionalismo in Europa.
Questi dati sfatano il mito popolare, creato da personaggi come Steve Bannon, che le elezioni di maggio abbiano una conclusione scontata, che il loro risultato costituirà il terzo atto della storia di Trump e Brexit, e che farà suonare la campana della fine dell’UE.
Il rapporto sostiene pertanto che, invece di farsi coinvolgere in una battaglia a tema unico con le forze antieuropee, i partiti tradizionali dovrebbero cimentarsi in 6 elezioni europee individuali e tematiche – sulla migrazione (facendo appello a coloro che sono preoccupati sia per l’immigrazione che per l’emigrazione), difesa e sicurezza, cambiamento climatico, economia, radicalismo islamico e nazionalismo.
Esso conclude che la maggioranza degli elettori europei vuole un cambiamento – ma non dall’estrema sinistra o dall’estrema destra – e che i partiti tradizionali devono adattarsi al mutevole panorama politico e definire progetti coraggiosi e lungimiranti che possano risuonare e dare speranza a queste voci.
Secondo Mark Leonard, direttore di ECFR: “C’è ancora molto da fare per le elezioni europee. Secondo le nostre ricerche, gran parte dell’elettorato europeo è ancora indeciso sul modo in cui voterà.
“Dai nostri dati emerge chiaramente come il tribalismo politico non abbia ancora preso piede in tutta Europa. Piuttosto che gravitando tra gli estremi, l’elettorato europeo è confuso – bloccato in un vortice di caleidoscopico caos – che si muove in ogni direzione, tra destra e sinistra, dai populisti e partiti tradizionali.
“In questo ambiente fluido c’è una reale opportunità per i partiti tradizionali di riconnettersi con gli elettori. Tuttavia, non possono permettersi di essere etichettati come difensori dello status quo. Devono rifondare se stessi come audaci riformatori con politiche che cambieranno in meglio la vita dei cittadini. Solo allora riconquisteranno la fiducia della maggioranza moderata europea”.
Per Susi Dennison, Senior Fellow e Direttrice del Programma European Power: “La politica europea si trova in un momento estremamente precario di fallimento del sistema. Quasi tre quarti dei cittadini dell’UE ritengono che il loro sistema nazionale sia guasto, che il sistema UE sia guasto o che lo siano entrambi. Temono il futuro più del passato, con due terzi degli europei che pensano che i loro figli vivranno peggio. I politici di tutta l’UE devono prestare attenzione a questi campanelli d’allarme e dare un segnale di cambiamento che possa risultare credibile”.
La pubblicazione del rapporto ECFR e dei relativi dati elettorali fa parte di un importante progetto paneuropeo di ECFR per comprendere le aspettative degli elettori prima delle elezioni del Parlamento europeo.
L’obiettivo principale del progetto -Unlock Europe’s majority’ – è mostrare come partiti e movimenti diversi possono dare una nuova voce all’elettorato dell’Unione europea, favorevole all’Europa e impegnato a livello internazionale. ECFR utilizzerà i dati dei sondaggi YouGov, e di altre ricerche, per interagire con partiti politici, alleati della società civile e media, e fornirà loro gli strumenti per comprendere le questioni rilevanti a livello nazionale in modo da raggiungere i collegi elettorali e catturare l’attenzione degli elettori.
REP.IT
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