Italia ultima per occupazione, gli obiettivi Ue 2020 sono lontanissimi
Due Italia, anche lontanissime, quella degli uomini e quella delle donne. Ci sono 28 punti di differenza tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, nonostante la situazione delle donne sia migliorata, e il tasso, rimasto a lungo sotto il 50 per cento, adesso abbia finalmente sfondato quello che sembrava un traguardo fin troppo ambizioso. A seguire l’Italia, come sempre, la Grecia. Prima c’era Malta: è un primato negativo del Sud dell’Europa quello di negare opportunità alle donne, e ai giovani. L’Italia mantiene anche il primato negativo della disoccupazione giovanile: la percentuale dei giovani occupati raggiunge appena il 42,7 per cento, anche stavolta ci segue la Grecia ma invece Malta mostra un andamento del tutto diverso, è in cima alla classifica Ue per giovani occupati con un tasso record del 78,5 per cento, superiore persino al 76,5 dell’Olanda e del Regno Unito.
I Neet italiani, cioè i giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi di formazione, sono il 23,4 per cento della fascia di riferimento (13,4 per cento la media Ue). E per divario tra tasso di occupazione dei giovani l’Italia stavolta non è penultima, è ultima, con quasi dieci punti di differenza.
Poca occupazione, e di scarsa qualità. Neanche questo sfugge all’analisi di OpenPolis, e del resto l’aumento del precariato, dei lavoratori a rischio di povertà emerge da tempo da tutti i dati disponibili sul mercato del lavoro, da quelli dell’Istat a quelli dell’Inps a quelli del ministero del Lavoro. Se in Europa la percentuale dei lavoratori a rischio di povertà è del 9,4 per cento, in Italia arriva al 12,3. Per occupati con contratto a termine siamo al quinto posto con un tasso del 17,6 per cento, nel Regno Unito è del 4,8, in Bulgaria del 4,7. Molti parametri negli ultimi anni hanno mostrato segni di peggioramento: quello che preoccupa di più è il divario tra Nord e Sud, che si sta ampliando.
REP.IT
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