Il Senato può saltare per 4 voti
Dopo le espulsioni di alcuni senatori dal M5s la maggioranza è ferma a quota 165 (58 senatori della Lega e 107 dei 5 stelle), quindi 4 soli voti in più rispetto alla maggioranza assoluta. Un margine che non consente agli alleati di governo di dormire sonni tranquilli. Voti che sarebbero così ripartiti: 104 sarebbero del M5s Stelle (sempre che i tre dissidenti Nugnes, Fattori e Manteo votino in linea con i grillini); altri 58 voti sono quelli della Lega. E c’è il rischio che i 4 voti si perdano con lo scontro che non accenna a fermarsi tra Salvini e Di Maio. E ancora: ci sono da computare i due sottosegretari del Gruppo Misto, Cario e Merlo. Da verificare la posizione di 3 senatori ex M5s e di 4 delle Autonomie. Il fronte delle opposizioni può contare su 134 senatori che potrebbero diventare 140 se i senatori a vita dovessero votare tutti per la mozione del Pd. Nel dettaglio, i numeri delle opposizioni vedono 60 senatori di Forza Italia, 52 del Pd, 18 di Fdi, 4 del Misto-Leu e il voto di Emma Bonino. Ma con una mozione di sfiducia contro l’intero esecutivo è ipotizzabile che le opposizioni votino compatte. Ed infatti se in passato, Fdi e Forza Italia sono andate in soccorso di Salvini sul caso Diciotti stavolta difficilmente presteranno il fianco al salvataggio al governo Conte. Ed infatti Ignazio La Russa (Fdi) ha annunciato di voler proporre alla presidente del suo partito Giorgia Meloni una mozione di sfiducia per tutto l’esecutivo. Richiesta appoggiata da Forza Italia: «Al Senato la maggioranza non ha più i numeri», dice Anna Maria Bernini, capogruppo degli azzurri.
IL GIORNALE
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