Osteria del cambiamento
“Sei forte con i deboli”. “Tappatevi la bocca”. “Tira fuori le palle”. “È l’ultimo avviso”. Mancano settantadue ore al Consiglio dei ministri che sarà teatro della resa dei conti su Siri, e tra Movimento 5 stelle e Lega i toni non erano mai stati così alti. Parole incendiarie, che se non fosse per le capriole dell’ultimo minuto cui ha abituato questo governo sarebbero inequivocabilmente le prodromi di una crisi di governo.
La situazione è di stallo totale. Matteo Salvini non molla il suo sottosegretario, i 5 stelle minacciano lo showdown in Parlamento, i due muri si scontrano l’un l’altro generando frizioni da scintille. Le certezze del Movimento 5 stelle, pubblicamente granitiche, iniziano a incrinarsi. “Pensavamo che di fronte alla mossa del presidente Conte e alle nostre pressioni alla fine la Lega avrebbe ceduto. Ma non capiamo fin dove vogliano tirare la corda”, spiega uno dei colonnelli più vicini a Luigi Di Maio. Ci sono altri due giorni per un passo indietro del sottosegretario, che al momento viene blindato dalla Lega. E il sospetto che s’avanza in casa 5 stelle è che il Carroccio voglia esasperare fino alla fine lo scontro. Per far pagare un prezzo salatissimo agli alleati. O addirittura per trovare il pretesto per la rottura. Così nelle ultime ore iniziano a filtrare nervosismo e preoccupazione per una situazione che non sembra trovare sbocchi.
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