Sospetti sul mutuo acceso da Siri per una palazzina, Milano apre un fascicolo d’indagine
Il caso Siri, su cui il governo sta affrontando la crisi più aspra da inizio legislatura, si arricchisce di un nuovo tassello. La procura di Milano ha aperto un fascicolo d’indagine su una palazzina acquistata a Bresso dal sottosegretario leghista. Operazione sospetta, secondo lo stesso notaio che stipulò l’atto, tanto da inviare una segnalazione all’autorità centrale antiriciclaggio della Banca d’Italia.
La palazzina – con 7 appartamenti, un negozio, un laboratorio e alcune cantine – è stata intestata alla figlia del sottosegretario, Giulia Siri, ma acquistata dal padre al prezzo di 585.000 euro grazie a un mutuo acceso con la Banca Agricola Commerciale di San Marino. E fin qui nulla di anomalo. Ciò che ha fatto rizzare le antenne del notaio Paolo De Martinis, però, è che a garanzia di quel mutuo non c’era nulla, nemmeno un’ipoteca. Cosa anomala per Siri che, dopo aver patteggiato nel 2014 una condanna per bancarotta, nel 2017 dichiarava al Fisco un reddito di 25.000 euro.
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