Matteo Salvini ovvero “Sentirsi Dio”
Perché poi, in fondo, la politica risponde a logiche semplici. E c’è anche chi, in questa psicosi da voto anticipato, anzi immediato, riesce a rimanere freddo. Uno di questi è Stefano Buffagni, il grillino anomalo, abile decifratore del potere e dei suoi ingranaggi. Nel corso di una riunione con qualche collega ha fotografato così il momento, a chi gli chiedeva perché mai, in questa situazione, Salvini dovesse continuare a preferire il governo attuale al ritorno al voto: “Perché voi non avete visto Red Dragon. Vi ricordate quel che dice il poliziotto?”. Nel silenzio degli astanti ha proseguito: “Dice: perché mai non devi continuare a fare una cosa che ti fa sentire Dio?”.
Già, perché mai? E deve aver colto l’essenza del ragionamento, o semplicemente dell’indole di Salvini se i primi ad essere “stupiti da Matteo” sono i suoi. Non ce n’è uno solo che, in questi giorni, non lo abbia chiamato per suggerire di passare all’incasso ora. È sembrato un disco rotto: “Costringiamoli a rompere, andiamo al voto prima della finanziaria, perché sarà una manovra lacrime e sangue poi sarà difficile monetizzare in termini di consenso, se non cogliamo l’attimo quando ci ricapita un momento così”. Non è solo il solito Giorgetti, ma l’intero gruppo dirigente della Lega a pensarla così: Molteni, Zaia, Fontana, il capogruppo alla Camera Molinari, consapevoli però che il suggerimento resta un’opinione perché Salvini esce così rafforzato dal voto di domenica che, alla fine, “deciderà lui e basta, ed è giusto così visto dove ci ha portato”. Sono gli stessi che però, pur avendo smisurata fiducia del “fiuto” del Capitano, temono di rimanere “incastrati”. Più di uno pensa che “adesso o mai più, ora oppure se ne riparla tra quattro anni perché se facciamo la finanziaria non possiamo andare a votare con l’Iva aumentata”.
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