“Prima ci hanno fatto votare, poi ci hanno ripreso i soldi”, la furia dei pensionati contro il conguaglio gialloverde
In sostanza, l’esecutivo si riprenderà quei soldi che in realtà erano già finiti nelle tasche dei pensionati tra gennaio e marzo, grazie all’accordo sulla rivalutazione firmato dal governo Gentiloni. Un prelievo a scoppio ritardato che i gialloverdi potevano far scattare anche prima, ma che arriva soltanto oggi, a pochi giorni dalle europee. “Fare il conguaglio prima del 26 maggio sarebbe stato impopolare – spiega ad Huffpost Elena Di Gregorio, segretaria della Spi Cgil Veneto – Prima ci hanno fatto votare, poi ci hanno ripreso i soldi. E’ una beffa, ci prendono veramente per dei fessi”.
Vicino a lei c’è Giuseppe Vinciguerra, uno dei tanti pensionati tacciati di avarizia dal premier Conte durante una conferenza stampa dello scorso 29 dicembre. “Per forza dobbiamo essere avari, non riusciamo ad arrivare alla fine del mese”. L’uscita infelice del presidente del Consiglio non è andata giù neanche a Carmelo Barbagallo: “Il taglio alla rivalutazione vale 3 miliardi e 600 milioni in 3 anni, 20 in 7 anni. Altro che avaro di Molière. Si fa bancomat sui pensionati per dare soldi ai poveri – continua il segretario Uil – Questo dalle mie parti si chiama gioco delle tre carte, non ripresa economica del paese”.
‘Avari’ o meno, in piazza di pensionati ce ne sono a migliaia, come in un secondo primo maggio. Oltre al taglio della rivalutazione, contestano il flop delle pensioni di cittadinanza e di quota 100, il taglio delle pensioni d’oro, “l’immobilismo” del governo su sanità e legge sulla non autosufficienza. Agitano bandiere e scandiscono slogan. Vogliono “meno stati sui social e più Stato sociale”. Sul palco si alternano i rispettivi leader sindacali, passati e presenti. C’è, come detto, Carmelo Barbagallo. C’è Susanna Camusso. Ci sono Annamaria Furlan e Maurizio Landini, Nicola Zingaretti. Al microfono, invece, parla Ivan Pedretti. Il segretario di Spi Cgil si rivolge direttamente al governo: “I soldi prelevati ai pensionati li riprendano dai ricchi, dagli evasori, da quei malfattori che rubano 200 miliardi all’anno non pagando le tasse”. La richiesta, chiara, è di un confronto serio con l’esecutivo. In mancanza di risposte concrete, la strada sarà una sola: “lo sciopero generale”.
L’HUFFPOST
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