Al Sud 80mila operai in bilico
La crisi investe interi settori, dalla meccanica all’arredamento, dalle comunicazioni al commercio. A fine anno la spesa totale per cassa integrazione potrebbe sfiorare i 10 miliardi di euro. In molti casi, come nella vicenda Whirlpool, l’ipotesi di rilancio è molto difficile.
Il Mattino fa un elenco delle emergenze nel Sud, dai 1.500 ex addetti di grandi catene come Carrefour, Coop e Tony, ai 290 operai della Industria Italiana Autobus; da Firema al gruppo Natuzzi; da Almaviva agli ex dipendenti Fiat a Termini Imerese.
Stamattina, intanto, i lavoratori della Whirlpool di via Argine a Napoli si riuniscono in assemblea per mettere a punto una strategia comune allo scopo di contrastare la decisione della multinazionale e rilanciare le iniziative di lotta degli operai. Ma l’attenzione di tutti è concentrata sul vertice convocato per martedì alle 15 al Mise e sul ruolo che potrebbe assumere il governo in questa delicata trattativa. Per quel pomeriggio è annunciato un vero e proprio esodo dei lavoratori verso la Capitale, con almeno mille persone pronte ad un sit-in di protesta nei pressi della sede del ministero. Molti lavoratori saranno accompagnati dai familiari per rimarcare il peso sociale che una decisione del genere assumerebbe in un territorio già devastato dalla crisi come quello napoletano.
Nella fabbrica occupata, non mancano iniziative originali a sostegno della mobilitazione. Molti opera indossano la maglietta della divisa da lavoro con una spunta verde sul simbolo aziendale. Una risposta alle slide presentate dalla multinazionale venerdì scorso ai sindacati che ‘cancellavano’, con una spunta rossa, lo stabilimento partenopeo dalla geografia della Whirlpool in Italia.
L’HUFFPOST
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