Il governo e i calcoli sbagliati
Conte ha rilanciato. Ha raccontato quello che il governo ha fatto in un anno (poche leggi, pochissime realizzazioni) e ha chiesto ai due azionisti di governo una «chiara assunzione di responsabilità», per assicurare «leale collaborazione». Non ha indicato le linee di azione dell’esecutivo, come dovrebbe fare chi «dirige la politica generale del governo» (articolo 95 della Costituzione).
Politici alla giornata, i due «separati in casa» non sanno apprendere dai propri errori. E non capiscono che non è con una nuova legge sicurezza che si aumenta la sicurezza. Che nuove norme anticorruzione non faranno terminare la corruzione. Che chiudendo i porti non si limita l’immigrazione (chi controlla 8 mila chilometri di coste e i porti minori? E gli «overstayer»?). Sarebbe difficile riuscire a convincerli che i livelli di criminalità sono in diminuzione e comunque inferiori a quelli di tanti altri Paesi. Che la corruzione percepita è molto più alta di quella effettiva. Che l’Italia non è invasa da immigrati, di cui invece abbiamo bisogno, se guardiamo al di là del contingente e riusciamo a stabilire quote annuali. Se le forze di governo facessero attenzione ai fatti, invece di cercare solo i voti, tenterebbero di capire perché al concorso per 2.980 posti di «navigator» per gestire il reddito di cittadinanza abbiano fatto domanda 53.907 candidati, nonostante l’introduzione del reddito di cittadinanza, e definirebbero in altro modo i propri obiettivi.
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