Fisco, debito e pensioni: ecco i diktat della Ue all’Italia

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis è stato chiaro: “L’Italia deve riconsiderare la sua traiettoria di bilancio, in modo che debito e deficit tornino a scendere”. “Quello che succede in un Paese” della zona euro, ha detto in conferenza stampa, colpisce anche gli altri: e questo vale anche per l’Italia”, dove “il debito non sta scendendo, ma sta salendo”. Il nostro Paese, ha ricordato Dombrovskis ha “l’economia che cresce più lentamente di tutta l’area euro”. Nel mirino quindi c’è sempre il debito italiano che assieme all’aumento dei tassi d’interesse sui titoli di Stato nel 2018 e nei primi mesi del 2019, e alle misure come Quota 100 rappresentano una “grande fonte di vulnerabilità per l’economia del nostro Paese”.

Il debito continua a salire e i numeri parlano chiaro: 132 per cento del Pil nel 2018, 133,7% nel 2019 e 135,2% nel 2020. Ed è proprio la violazione dei parametri comunitari per il 2019 e il 2020 che potrà essere alla base dell’apertura di una procedura di infrazione contro il governo da parte dell’Ue. “L’Italia ha preso scelte politiche dannose, la spesa per interessi è stata più alta delle nostre previsioni di primavera del 2018, il Paese paga di più per gli interessi del debito che per l’istruzione”, ha detto Dombrovskis. “Andiamo ben oltre le piccole inezie su output gap e crescita potenziale”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue, “abbiamo un vero problema macroeconomico”.

Cosa ci chiede quindi l’Europa per aggiustare il tiro? Lo spiega il Corriere della Sera sintetizzando le raccomandazioni arrivate da Bruxelles. Per abbassare il debito bisogna rivedere lo smantellamento della legge Fornero. Le riforme come Quota 100, secondo l’Ue, non sono sostenibili nel lungo termine, complice “il trend demografico avverso”. Roma dovrà poi combattere l’evasione “rafforzando l’uso obbligatorio di pagamenti elettronici” e introducendo “un tetto legale più basso per i pagamenti in contanti”.

Per la Commissione bisognerà abbassare anche la tassazione sul lavoro in un Paese in cui, secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse sul cuneo fiscale, c’è una delle più alte percentuali in termini di differenza tra il costo del lavoro e retribuzione. L’ultimo, ma non meno importante step, è quello di attuare le riforme del passato, come quella delle pensioni varata dal governo Monti. Uscire dai binari della legge Fornero, è l’avvertimento di Bruxelles, potrebbe costare a Roma le sanzioni da parte dell’Ue.

IL GIORNALE

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