Più risse che leggi: un anno buttato via
Un’altra cosa non abbiamo capito nel discorso di Conte. Quando dice che il suo governo compie un anno che intende dire? Immagino si riferisca al fatto che dal suo insediamento sono passati dodici mesi, non certo che il Paese da un anno a questa parte sia governato. Si sono insediati a giugno, e dopo cento giorni già era stato battuto il record negativo di decreti approvati (solo due, dignità e sicurezza sanitaria). Da settembre a dicembre sono stati varati (purtroppo) il reddito di cittadinanza (ancora oggi incompleto), quota 100 per i pensionati e il decreto sicurezza. Poi, dopo la manovra finanziaria di dicembre dettata dall’Europa, il nulla.
Morale: in un anno il governo Conte ha lavorato non più di quattro mesi e prodotto quattro leggi zoppicanti e per nulla efficaci. Per i restanti otto mesi, tra rodaggi, campagne elettorali, risse e ricatti, nulla da segnalare se non che quel che resta del ponte Morandi di Genova crollato lo scorso agosto è ancora lì penzolante nonostante avessero promesso l’inaugurazione del nuovo entro un anno.
Se domani anche il governo dovesse cadere (ma non cadrà) nessuno ne sentirebbe la mancanza. Quando non si è capaci occorre darsi l’aria di chi è utile. Conte ci ha provato, ma che si parli via social o in grisaglia d’ordinanza l’essenza non cambia, perché oltre la forma qui manca la sostanza.
IL GIORNALE
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