La ricetta della banca centrale: riduzione realistica a tappe per disinnescare la procedura Ue
di Federico Fubini
L’espressione che Mario Draghi ha ripetuto più spesso da Vilnius è stata «adverse contingencies»; in italiano, «eventualità negative». Il presidente della Banca centrale europea ha usato quelle parole cinque volte in meno di un’ora, presentando i risultati del Consiglio direttivo per l’occasione convocato in Lituania. La Bce non prevede una recessione nell’area euro, anzi ha ritoccato al rialzo le stime di crescita del 2019, tagliandole in modo più consistente sui prossimi due anni. Non la prevede, ma sa che potrebbe arrivare. Il consiglio della bCE
Draghi: «Minibot? O sono denaro illegale o sono debito. Non c’è terza ipotesi»
di Marco Sabella
Troppi possibili inneschi sono ormai disseminati sul terreno dentro e attorno all’unione monetaria. È sempre più verosimile che in autunno la Brexit sarà uno strappo brusco, senza accordi, dopo la vittoria di un partito che porta quel nome alle europee e con l’appoggio di Donald Trump al conservatore Boris Johnson perché rompa al più presto con l’Unione europea. Entro novembre il presidente Usa si riserva anche di piazzare dazi sulle auto europee. Rischierebbe di far capitolare la ripresa, visto che la fiducia fra le imprese industriali dell’area euro è già ai minimi dal 2013 per le guerre commerciali fra americani e cinesi. Si è chiesto Draghi: «Per quanto tempo il resto dell’economia può restare isolato da un settore manifatturiero che continua a restare debole?» titoli di stato
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