Piazza Affari debole con spread a 263. Il balzo delle scorte Usa affossa il petrolio
–di Paolo Paronetto ed Enrico Miele
Le Borse europee (qui l’andamento degli indici) tirano il fiato dopo una prima parte di settimana positiva. I principali listini cedono terreno continuando a monitorare con attenzione le condizioni del mercato e in particolare le conseguenze delle tensioni commerciali. Intanto viaggia sulla parità Wall Street tra tensioni commerciali e le speranze di un taglio dei tassi della Fed, mentre il petrolio scivola del 3% dopo la conferma del balzo in avanti delle scorte settimanali Usa cresciute di 2,2 milioni di barili (contro stime in calo). Quanto alla guerra commerciale, ieri la Casa Bianca è tornata a esprimere fiducia su un accordo sulla Cina, avvertendo tuttavia che non potrà arrivare in occasione del G20 di fine mese in Giappone. Intanto negli States è stato annunciato che l’indice dei prezzi è cresciuto, ma in linea con le attese degli analisti. L’inflazione americana, tutto sommato, è sotto controllo. La performance peggiore tra gli indici del Vecchio Continente è quella del FTSE MIB di Piazza Affari, dopo che il Comitato economico e finanziario Ue ha invitato l’Italia a «prendere le misure necessarie per assicurare il rispetto con i requisiti del patto di stabilità in accordo con il processo di procedura per deficit eccessivo». L’organismo di cui fanno parte i massimi responsabili tecnici dei ministeri del Tesoro della Ue condividono quindi la linea dell’esecutivo Ue e ritengono che la procedura sul debito italiano sia «giustificata». Resta tuttavia aperta la via del dialogo: «Ulteriori elementi che l’Italia può porre più avanti potrebbero» infatti «essere presi in considerazione dalla Commissione e dal Comitato».
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