Caos Csm, Mattarella indice elezioni per sostituire i consiglieri dimissionari
La decisione del Colle arriva alla fine di una
giornata di crescente pressing politico attorno al Capo dello Stato per
l’azzeramento di Palazzo dei Marescialli, incagliato in una crisi
istituzionale senza precedenti. Lo stesso Silvio Berlusconi è uscito
allo scoperto. “Chiederemo un’udienza la Capo dello Stato per esporre le
nostre preoccupazioni e chiedere lo scioglimento del Csm – ha detto
rilanciando la richiesta di Forza Italia . – Ci sono ombre troppe
serie”. Berlusconi ha chiesto una commissione d’inchiesta.
“Incrinato il prestigio del Csm” – Ma
proprio la necessità di cambiare le regole per le elezioni dei membri
del Consiglio è stata la chiave che ha permesso a Mattarella di
respingere gli assalti. La sostituzione dei dimissionari è il primo
passo affinché “si volti pagina” rispetto a quello che è successo nel
Csm restituendo alla magistratura indipendenza e prestigio sottolineano
fonti del Quirinale spiegando che proprio le ultime vicende hanno
“incrinato” questo prestigio.
L’obiettivo del presidente
Mattarella è uno solo: restituire quel prestigio e quell’indipendenza
della magistratura che oggi sono fiaccati dalla bufera dell’inchiesta e
dall’amplificazione mediatica attraverso una serie incalzante di
trascrizioni di intercettazioni. Intercettazioni che saranno valutate
penalmente ma che di certo mostrano all’opinione pubblica una poco
edificante commistione tra politica e magistratura.
La posizione del Quirinale –
Mattarella ha avuto in queste settimane continui contatti con i vertici
del Csm e con il ministro della Giustizia. In una prima fase il
presidente aveva dato mandato al vicepresidente Ermini di esplorare ed
approfondire la gravità della situazione. Ma poi ha deciso di “voltare
pagina”. Il clima di veleni tra l’altro rischiava di intaccare la stessa
istituzione della presidenza della Repubblica attraverso conversazioni –
in verità assai indirette – degli intercettati sul ruolo di un
informatore addirittura dentro il Quirinale. Voci subito smentite con
estrema nettezza dal Colle. Primo: il presidente Mattarella non è mai
intervenuto sulle nomine dei magistrati, né tantomeno ne ha mai parlato
con alcuno. Gli unici interventi sono stati di carattere generale, con
l’obiettivo di richiamare il rispetto rigoroso dei criteri e delle
regole preposte alle funzioni del Csm. Secondo: nessun contatto da quasi
un anno con Luca Lotti, il politico del Pd al centro della tempesta per
il suo interesse verso le nomine di alcune importantissime procure
italiane. L’ultimo incontro – ha fatto sapere il Colle – è avvenuto il 6
agosto 2018 da quando Lotti lasciò la carica di ministro e salì al
Quirinale per una normale visita di congedo.
La composizione del Consiglio superiore della magistratura
TGCOM
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