Michel Platini fermato, corruzione per i Mondiali in Qatar. “Io estraneo ai fatti”. Rilasciato nella notte
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Intervista
Platini: “Sono stato perseguitato. Tornerò per combattere le buffonate della Fifa”
di PATRICK OBERLI
Il pranzo all’Eliseo
E’ un pranzo all’Eliseo organizzato da Nicolas Sarkozy nel 2010, nove giorni prima dell’assegnazione dei Mondiali di calcio al Qatar, al centro dell’inchiesta che ha portato al fermo di Michel Platini. L’ex presidente dell’Uefa e vicepresidente Fifa è interrogato dai magistrati del Parquet national financier (Pnf), la procura anti-corruzione con sede a Nanterre, a nord di Parigi. Insieme a lui c’è anche Claude Guéant, all’epoca segreterario generale dell’Eliseo. Sia Guéant che Platini erano presenti all’ormai famosa colazione del 23 novembre 2010 in cui sarebbero state negoziate con l’emiro del Qatar Tamim ben Hamad al Thani le condizioni per dare il via libera all’assegnazione del Mondiali del 2022, come effettivamente è poi accaduto qualche giorno dopo con il voto della Fifa il 2 dicembre 2010. Il pranzo all’Eliseo avrebbe dato luogo a un vero e proprio baratto, che comprendeva da parte dei francesi la richiesta al Qatar di acquistare la squadra capitolina Psg, di aumentare la loro partecipazione nel gruppo Lagardère e di creare un nuovo canale sportivo, BeIn Sports. Tutte richieste che si sono poi puntualmente realizzate. Le ipotesi di reato sono “corruzione privata”, “associazione a delinquere”, “traffico di influenze e ricettazione di traffico di influenze”. E’ chiaro quindi che potenzialmente l’indagine, a cui partecipano anche magistrati svizzeri e americani, rischia di aprire altri fronti, e non è escluso che possa allargarsi ad altri responsabili politici e sportivi.
La carriera di Platini: dai Palloni d’Oro alle accuse di corruzione
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Il mistero del Picasso
Nella vicenda, colorata di contorni misteriosi come una spy story, è
comparso anche un misterioso quadro di Picasso. Già nel 2016 la Procura
nazionale finanziaria aveva aperto un’indagine preliminare per
“corruzione privata”, “associazione a delinquere”, “traffico di
influenze e ricettazione di traffico di influenze” in merito
all’assegnazione dei Mondiali 2022 in Qatar. Platini, che aveva
riconosciuto di aver votato per il Qatar durante lo scrutinio del 2
dicembre 2010, era stato ascoltato come testimone nel dicembre del 2017.
Il 14 dicembre dello stesso anno la polizia aveva perquisito le
abitazioni – a Nyon e a Saint Cloud – e le cassette di sicurezza di
Michel Platini, proprio nel giorno della morte del padre Aldo. Motivo
della procedura, proprio la ricerca dell’opera: a novembre 2014 infatti,
il settimanale britannico Sunday Times aveva pubblicato un
articolo che sospettava Platini di aver ricevuto da parte dell’ex
presidente dell’Unione russa di calcio, Viacheslav Koloskov, un non
meglio precisato Picasso come incentivo a scegliere la Russia come Paese
ospitante per i mondiali del 2018. Platini ha sempre smentito in modo
deciso di aver ricevuto un oimaggio di questo genere.
L’inizio dei guai e il ruolo della Fifa
Ma l’indagini ha radici profonde, che affondano già nel maggio 2011. Quando accuse di corruzione tra i più alti funzionari della Fifa sollevarono dubbi sulla legittimità dell’assegnazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar. Jack Warner, all’epoca vicepresidente della confederazione mondiale del calcio, parlava in una una email diventata di dominio pubblico della possibilità che il Qatar “avesse comprato” il diritto di ospitare la Coppa del Mondo attraverso un sistema di corruzione passato per Mohammed Bin Hammam, all’epoca dei fatti al vertice della Confederazione calcistica asiatica. Illeciti sempre negati dai funzionari del Qatar. A giugno 2014, però, fu proprio il Sunday Times a ottenere e diffondere documenti comprendenti email, lettere e bonifici bancari che avrebbero dimostrato come Bin Hammam avesse versato oltre 5 milioni di dollari ai dirigenti Fifa per sostenere la candidatura qatariota. Accuse però rigettate dallo stesso Bin Hamman e da tutti gli accusati di aver ricevuto la tangente. Anche il canale televisivo di Stato in Qatar, Al Jazeera, avrebbe secondo quei documenti offerto segretamente 400 milioni di dollari alla Fifa per ottenere i diritti di trasmissione del Mondiale 2022, appena 21 giorni prima che il torneo fosse assegnato proprio al Paese arabo. E Al Jazeera avrebbe poi versato in un conto Fifa altri 100 milioni di dollari solo se il Qatar avesse vinto il ballottaggio della Coppa del Mondo nel 2010. Indagini e accuse fortemente smentite dalla Fifa.
La prima indagine su Platini
I guai giudiziari di Michel Platini iniziarono nel 2015, candidatosi a luglio per la presidenza Fifa contro l’antico mentore Sepp Blatter. Pochi mesi dopo, ad ottobre fu accusato di avere illegalmente ricevuto proprio da Blatter due milioni di franchi svizzeri nel 2011 per consulenze svolte tra il 1999 e il 2002: a seguito dell’accusa da parte della megistratura svizzera, fu squalificato per 8 anni – ridotti in appello a 4 dal Tas di Losanna – dal comitato etico della Fifa: Platini annunciò poi le sue dimissioni dall’Uefa, di cui era presidente. Un anno fa poi proprio la magistratura elvetica aveva scagionato da ogni accusa l’ex fuoriclasse della Juventus.
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