Si candidi premier e facciamola finita

La prima anomalia è che ci ritroviamo con un leader di una parte politica (la Lega) che va in America a prendere impegni a nome di tutto il Paese come se fosse lui il premier mentre il premier titolare (Conte) è ridotto, per ingannare il tempo, a fare passerella in una rassegna di aerei in Francia. Umiliante, per Conte, ma anche per l’immagine e la credibilità dell’Italia. C’è una regola semplice secondo la quale là dove saltano le gerarchie regna il caos. E il caos non genera mai nulla di buono.

Attenzione, io non vorrei vedere Conte alla Casa Bianca, preferirei di gran lunga Salvini a Palazzo Chigi. Anche perché solo una volta seduto su quella poltrona Salvini sarebbe costretto ad accelerare sulla strada dei fatti invece che su quella delle parole. «America first», e veniamo al secondo equivoco di questa vicenda, non si traduce alla lettera in «Prima l’Italia». Prima dove, come, quando? Un leader solo politico, come è Salvini oggi, le risposte a queste domande le può lasciare nell’aria, un premier no. Un premier deve invece rispondere puntualmente e dire dove sono i soldi, tanto per fare degli esempi, per sforare i parametri e varare la flat tax.

Prima Salvini esce da questo equivoco di oppositore del suo governo proponendosi ufficialmente come premier e prima l’Italia ripartirà, ammesso che lui sia capace di una simile impresa. Qualsiasi altra ipotesi è una riedizione della peggior politica, cioè una contraddizione in termini del verbo salviniano.

IL GIORNALE

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.