Tagli a pensionati, imprese e militari: scatta il grande scippo

Una boccata di ossigeno per il Tesoro, che è azionista della Cassa per il l’83% e quindi incasserà poco più di 794 milioni di euro. Il resto andrà quasi interamente alle Fondazioni bancarie che detengono il 16% della Cdp.

Le entrate extra alleggeriranno il disavanzo del 2019, contribuendo a portare il rapporto deficit Pil dell’anno in corso dal 2,4% previsto dal Def al 2,1%. Percentuale che, nelle speranze del governo, dovrebbe convincere L’Ue a risparmiarci la procedura di infrazione.

Obiettivo ribadito ieri da premier Giuseppe Conte. Al Consiglio dei ministri di mercoledì scorso non è passato l’assestamento di bilancio proposto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, che comprendeva risparmi da Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Se ne riparlerà mercoledì prossimo nel corso di un altro consiglio dei ministri.

Tra le nuove entrate che il governo metterà nella contabilità ci sono appunto gli utili di Cdp che sono costituiti in gran parte dalla remunerazione per gli attivi che la cassa deposita nel Conto di tesoreria. L’attivo della Cassa è costituito principalmente da risparmio postale. Amatissimo dai piccoli risparmiatori, in particolare anziani che ricorrono a buoni fruttiferi e libretti, dai quali la cassa ha raccolto circa 258 miliardi.

La Cdp a maggio aveva già distribuito un super dividendo: 1,5 miliardi (1,3 al Tesoro) su 2,5 miliardi di utile. Con la decisione di ieri, per la prima volta nella storia della Cassa da quando è stata trasformata in una Spa, sarà distribuito il 100 per cento degli utili, hanno osservato ieri «i soci privati», quindi le fondazioni, che non hanno gradito la decisione del Tesoro, definita un precedente «potenzialmente pericoloso». Peraltro un altro episodio che vede Tria e Cdp su fronti opposti, come nel caso delle nomine della Sace.

Ad alleggerire il deficit ci sarà anche il taglio della spesa per due miliardi deciso dalla legge di Bilancio. Fondi congelati soprattutto al ministero dell’Economia: 1,18 miliardi con ben 800 milioni di risparmi agli incentivi per le imprese. Poi le Infrastrutture: 301 milioni, soprattutto a danno del trasporto pubblico locale. Seguono Sviluppo e Difesa, rispettivamente con 159 e 158 milioni. Ma anche così, i conti non tornano. Per racimolare i 5 miliardi che servono ad abbattere il deficit, dovrà scontentare qualcuno

IL GIORNALE

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