Libra e modello Guatemala: il piano Dibba terrorizza l’Italia
Più estremo di Grillo, Di Battista ha delle idee precise su come cambiare la mobilità e le infrastrutture. Questa è la sua futura agenda di governo. A Catania, ha annunciato innanzitutto che le autostrade vanno statalizzate «insieme ad altre imprese» per ripianare i debiti dello Stato e per finanziare il reddito di cittadinanza perché «nei prossimi anni sarà sempre più necessario che ciascun cittadino lo percepisca». Nella nazione che Di Battista immagina, non ci sarà bisogno di acquistare vetture dato che progressivamente le auto private devono essere eliminate grazie a un sistema di car sharing di Stato. Lo pensa e lo ha pure detto: «Lo Stato deve acquistare centomila auto elettriche e metterle in condivisione perché automobili, oggi in Italia, ce ne sono troppe. Sono diventate le vere barriere architettoniche». La Tav, questo si sa, ma lo ha ripetuto ancora, va immediatamente interrotta perché opera «inutile». Per quanto riguarda l’euro, Di Battista è sicuro che in pochi anni sarà sostituito e che «mio figlio utilizzerà la moneta di Facebook». Si tratta di Libra ed è il denaro virtuale che il fondatore del più popolare social ha presentato e che si serve della tecnologia della Blockchain, sistema tanto caro a Casaleggio che da anni compie studi in proposito.
La sanità pubblica dovrebbe invece essere a carico delle imprese sempre sul modello di Facebook: «Come a Menlo Park che io ho avuto la fortuna di visitare». Secondo Di Battista, le aziende, in futuro, dovranno soddisfare ogni tipo di richiesta dei loro dipendenti anche quella di cambiare sesso: «In America già si fa». Ma il loro obiettivo deve essere anche quello di abbassare, grazie a robot, l’orario di lavoro e lasciare che i dipendenti possano giocare con videogiochi e installare al posto dei distributori di bibite dei nuovi che rilasciano «caricabatterie», perché, come ha spiegato Di Battista, si deve avere un tempo liberato, «la macchina deve liberare l’essere umano dall’uomo». Tra le ragioni che hanno spinto, proprio ieri, la senatrice Paola Nugnes a lasciare il M5s c’è un passaggio nel dl Crescita che favorirebbe la privatizzazione dell’acqua. Di Battista è naturalmente dalla parte della Nugnes e si è pure battuto per il referendum.
Sul fronte delle grandi riforme costituzionali, la prima, già iniziata, ma che si deve per Di Battista ultimare al più presto, è il taglio dell’assemblea legislative. I parlamentari devono dimezzarsi: 400 deputati e 200 senatori. In politica estera, in passato, Di Battista aveva spiegato che con i «terroristi si deve trattare» e che oggi deve essere ingaggiata una lotta per «liberare i paesi africani dalla schiavitù del franco». Nel suo disegno anche l’agricoltura deve mutare. Il modello a cui arrivare è la comunità indigena in Guatemala, una sorta di cooperativa sovietica, dove ha lavorato e «dove non ci sono disoccupati e si coltivano solo semi autoctoni e dove tutto è comune».
È un programma politico che fa spavento e forse lo spavento più grande è che fa perfino ridere.
IL GIORNALE
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