Alitalia, Di Maio va contro Benetton: “Atlantia è decotta”. Il gruppo: vie legali

L’incomunicabilità tra i Cinque stelle e la holding della famiglia Benetton – che ora tema la revoca delle concessioni – continua dal crollo del Ponte Morandi di Genova lo scorso agosto. Non sono bastate le aperture dei leghisti, prima col sottosegretario Giancarlo Giorgetti poi con Matteo Salvini, che hanno spinto per il coinvolgimento della società in Alitalia e che si sono opposti alla revoca della concessione (anche per il rischio indennizzo da 20 miliardi). C’era peraltro anche una parte dei grillini convinta che quella sarebbe stata l’unica alternativa per provare a rilanciare il vettore. Niente da fare, Di Maio è stato chiaro.

La Lega chiede però delle alternative e Salvini avverte l’alleato: «Non si possono mettere in discussione 25 mila posti di lavoro (quelli di Ilva e Alitalia, ndr) in un momento economico come questo». L’impressione sempre più chiara è che le anime del governo viaggino su strade opposte, con il premier Giuseppe Conte costretto a mediare (in questo caso era molto più allineato ai leghisti piuttosto che ai grillini). A questo punto però per l’ex compagnia di bandiera ci sono poche alternative: per comporre l’azionariato della nuova società manca ancora una fetta importante. Per ora ci sono le Ferrovie, perno dell’operazione, che dovrebbero avere il 30%, il ministero dell’Economia il 15%, Delta con un altro 15%. La parte restante del 40% potrebbe essere divisa tra il fondo Quattro R (partecipato tra gli altri da Cdp e Inarcassa) che potrebbe avere il 10%, il patron della Lazio Claudio Lotito e il gruppo Toto. Questi ultimi due hanno presentato una manifestazione di interesse e sono al tavolo delle trattative. Ieri peraltro Lotito sarebbe stato al ministero dello Sviluppo per un incontro tecnico, mentre ieri l’altro è stata la volta di Toto. Ai due, spiegano fonti di governo, si chiede ora un’offerta d’acquisto e garanzie sulla liquidità: Lotito avrebbe detto di avere garanzie bancarie per 400 milioni. Servirà però il parere sia di Fs che di Delta per il via libera al consorzio: ad oggi ci sarebbero parecchi dubbi sulla solidità di questa compagine. L’alternativa è la liquidazione di Alitalia, che potrebbe così essere acquisita a poco prezzo da Lufthansa.

Il ministero dello Sviluppo confida comunque di chiudere tutto entro il termine del 15 luglio. La responsabilità di un marchio storico e di 11.500 lavoratori ricade tutta sul ministro dello Sviluppo e del Lavoro Di Maio.

LA STAMPA

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