Dalla “capitana”. Un regalo a Salvini
Con l’infrazione europea in discussione e i soldi della flat tax che non si trovano, ogni giorno passato a discutere di Sea Watch e inveire giustamente contro l’Europa egoista è per il Capitano un regalo insperato. Ma i progressisti non lo capiscono e perseguono cocciutamente nei propri errori di autoreferenzialità. A ogni sconfitta elettorale, la sinistra recita lo stesso copione: occorre ascoltare i territori e le periferie, salvo poi tornare a prestare attenzione solo ai medesimi tribuni del politicamente corretto. Quelli che bollano come “paure” i bisogni della gente ed “egoismi” le legittime aspirazioni a uno stato sociale che li rispetti. In sostanza quelli che l’hanno ormai rinchiusa dentro le ztl e li condanneranno a perdere per i prossimi trent’anni. E che invece altri a sinistra in Europa hanno ascoltato. Come accaduto in Danimarca, dove i socialdemocratici hanno vinto con ricette dure sull’immigrazione “a difesa dello stato sociale danese” o nella più solida Germania, dove la Spd ha appoggiato il Migration Paket della Merkel, o come fece Zapatero in Spagna costruendo nelle enclave africane di Ceuta e Melilla muri molto più alti di quelli di Orban. Ma erano muri democratici.
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