Esercizio provvisorio e tempi stretti Due ostacoli alla finestra di luglio
Incalzato dai cronisti, Matteo Salvini ancora ieri ci scherzava (ma non troppo) su: «La finestra elettorale è sempre aperta, guardate questo bel cielo». Per poi aggiungere che in tutto l’arco parlamentare i leghisti sono «i meno attaccati alla poltrona». Torniamo, però, alle questioni tecniche. Si parla di «finestra» perché dopo la fine di luglio non ci saranno i tempi sufficienti per fare in modo che il nuovo governo (frutto di una nuova alleanza politica, frutto a sua volta di una nuova assemblea parlamentare) entri in carica prima del 20 ottobre. Sarà quella infatti la data d’inizio della cosiddetta «sessione di bilancio», il periodo (che dura fino alla fine dell’anno) in cui si discute la Manovra.
Dietro questa spiegazione, tuttavia, si nascondono altre necessità dettate più dal buonsenso che da motivi squisitamente «costituzionali». Se durante questi giorni la situazione precipitasse tanto da portare il premier Giuseppe Conte a rassegnare le dimissioni, non è detto che Mattarella arriverebbe automaticamente allo scioglimento di Camera e Senato. La prassi gli suggerisce, infatti, di verificare l’ipotesi di maggioranze alternative e le consultazioni per quanto veloci devono comunque essere responsabili e ponderate. Quindi lo scioglimento delle Camere dovrebbe arrivare con tempi contingentati. Da lì, come ricorda la Costituzione ci vogliono almeno 45 giorni per scegliere la data del voto. Che salgono a 60 da quando votano anche gli italiani all’estero. E poi, dalla data del voto, trascorrono una ventina di giorni dalla prima convocazione del nuovo Parlamento.
Sempre il buon senso, però, sconsiglia qualsiasi partito dallo spingere per una campagna elettorale da effettuare sulle spiagge e fra gli ombrelloni. Le stesse macchine dei partiti sono costituite da «personale» che si troverebbe in ferie. E che questo buonsenso sia rigoroso ed efficace come una legge lo dimostra il fatto che nella storia repubblicana non c’è mai stata una campagna elettorale agostana. La Costituzione, però, non vieta la cosa. Anzi. E non vieta nemmeno che un nuovo esecutivo, frutto di un nuovo Parlamento, presenti un «esercizio provvisorio». Semplicemente a vietarlo è la paura di fare una campagna elettorale in infradito e canottiera.
IL GIORNALE
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