Più occupati, il grande inganno. Lavoro, il part-time è forzato
di CLAUDIA MARIN
Roma, 24 luglio 2019 – La lunga e grande crisi del decennio ha lasciato un mercato del lavoro nel quale si è perduto circa un miliardo di ore lavorate e ancora oggi, nonostante la ripresa degli ultimi anni, mancano all’appello oltre 550 milioni di ore rispetto al 2007. Si sono impennati di circa il 50% i rapporti a tempo parziale ed è esploso, in particolare, il fenomeno del ‘part-time involontario’, ovvero del taglio dell’orario (e della retribuzione) obbligato per evitare il licenziamento o la cassa integrazione. Con conseguenze che hanno colpito, anche per cause legate all’inadeguatezza dei servizi di welfare familiare, principalmente le donne: tanto che, secondo i dati dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro, oltre il 50% delle assunzioni di lavoratrici in Italia è a orario ridotto.
Dunque, a dispetto delle letture entusiastiche delle statistiche Istat effettuate dal governo e, in particolare, dal ministro Luigi Di Maio, i numeri reali del lavoro mostrano le difficoltà della locomotiva-Italia. E non si tratta solo del mancato conteggio tra i disoccupati dei cassintegrati a zero ore, ben 139mila lavoratori nei primi sei mesi 2019, con un incremento di oltre il 16% sullo stesso periodo 2018, dopo che per un decennio si era avuto un costante calo.
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