La nuova strategia del “falso allarme”

Augusto Minzolini

Situazione grave, ma non seria. Sera di martedì, in un ristorante del centro di Roma, Settimio all’Arancio. Siedono attorno a un tavolo alcuni deputati di Forza Italia, da Cattaneo a Perego, da Martino a Ruggeri, e uno del Pd famoso per una partecipazione al Grande Fratello, Mattia Mor.

Ad una certa ora, ad un altro tavolo, arriva pure il premier Giuseppe Conte, insieme al suo capo di gabinetto. Essendo una compagnia di buontemponi, quelli che sulla carta dovrebbero essere dei parlamentari dell’opposizione, tra il serio e il faceto, fanno intendere al premier che sono tutti per lui. Domandano a Conte, che ha l’aria affranta per la rivolta dei grillini contro il suo «sì» alla Tav: «Avere a che fare con Salvini e Di Maio è dura?». Risposta: «Cazz…! Lasciamo stare». Poi Martino, ridacchiando, perde i freni inibitori: «Presidente, siamo con te. Siamo i nuovi responsabili. Domani, nel dibattito, a un tuo cenno, ti applaudiamo. Scateniamo l’inferno. Tanto tra di noi c’è sia la destra, sia la sinistra». Il premier risponde alla battuta con il viso serio di chi crede all’aiuto, o fa finta di crederci. «Vi sono grato. Vi apprezzo molto. Il mio dinamismo? Un modo per porre fine al protagonismo di altri».

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