Il governo del signor Savoini
di Marco Damilano
Il signor Gianluca Savoini. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo ha citato una, due, tre volte, e poi ancora, il pomeriggio del 24 luglio nell’aula del Senato, in una seduta nervosa, rissosa, surreale. Banchi del governo vuoti, solo il ministro Riccardo Fraccaro dei 5 Stelle accanto al premier e per la Lega l’avvocato Giulia Bongiorno, seggi di M5S deserti, tutti fuori per evitare di ascoltare la comunicazione del premier espresso più di tredici mesi fa dal Movimento.
Matteo Salvini assente, in modo ostentato. Conte uno e due, nella stessa giornata, nel giro di un’ora, si fa applaudire dalla Lega alla Camera per il via libera alla Tav e poco dopo rivela che «il signor Savoini» non era imbucato a Mosca, ma portato «dal gabinetto del ministero dell’Interno», nella visita ufficiale il 15 e il 16 luglio di un anno fa, quando Salvini incontrò i suoi omologhi russi.
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