Matteo Salvini, Antonio Socci: “Perché i compagni perderanno sempre”
di Antonio Socci
Come si accende la Tv e ci si sintonizza su un talk show il menù è sempre uno e solo quello: Matteo Salvini.
Da mesi. Non si parla d’ altro. In molti casi sembra di assistere a
“processi in contumacia” dove commentatori e conduttori in gran parte
sono schierati, come un tribunale, tutti contro uno, Salvini. Poi apri i
giornali ed è, più o meno, la stessa solfa. Una fissazione generale.
Ci
sono illustri colleghi – che un tempo abbiamo apprezzato come sagaci e
brillanti analisti – i quali ormai non scrivono che di lui. Ne sono così
ossessionati – e tanto è il loro livore – che viene da credere che ne
siano innamorati pazzi (politicamente parlando), essendo questo tipo di
odio una maschera dell’ infatuazione, come insegna René Girard.
D’
altra parte una così accanita mania collettiva attorno a un sol uomo ha
molto a che fare col meccanismo mimetico e con la girardiana dinamica
del “capro espiatorio”.
Antonio Polito, sul “Corriere della sera”, ha
scritto che nei confronti di Salvini, portato in alto dalle elezioni e
dai sondaggi, si è ormai costituito – ed è scatenato – il partito
trasversale del “Tutto Tranne Lui”.
Polito aggiunge che questa “santa
alleanza di tutti” contro “l’ Uomo solo in fuga” è “una legge non
scritta della politica italiana” perché si è già verificata la stessa
cosa con Matteo Renzi e con Silvio Berlusconi nel loro periodo di
massimo fulgore (e potere).
La caratteristica di questo fenomeno –
spiega Polito – è che partecipa al “tutti contro lui” anche “una quinta
colonna”, cioè “alcuni presunti alleati dell’ Uomo da battere”.
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