Il killer scappa? Vietato sparargli. Ecco l’assurda regola italiana

Uno in particolare sembra collimare (quasi) alla perfezione con il tragico omicidio di Rega. Nel 2015, a Ostra Vetere, una pattuglia nota un’auto sospetta (rubata e segnalata in alcuni furti) ferma sul ciglio della strada. I militari accostano, il comandante si avvicina e accende la torcia. Sorpreso, il bandito preme sull’acceleratore e fugge a tutta velocità a fari spenti. In quel momento, Mirco Basconi, carabiniere di 41 anni rimasto vicino alla gazzella, fa alcuni passi in avanti sulla strada e esplode quattro colpi di pistola. Tutti diretti verso le ruote dell’auto dei fuggitivi. Un proiettile rimbalza sull’asfalto, rompe il lunotto posteriore e trapassa il cranio di Korab Xheta. Una fatalità, direte. Vero. Ma è costata al povero militare una doppia condanna: la prima a un anno di reclusione, la seconda in appello a sette mesi e 10 giorni. Bella fregatura.

Basconi continua a ripetere ai giudici (ed ha presentato ricorso in Cassazione) di aver utilizzato legittimamente la pistola. Ma le toghe non la pensano allo stesso modo: il carabiniere è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo per l’uso “imprudente” delle armi. Il militare infatti poteva sparare solo “per respingere una violenza” o per “vincere una resistenza”, ma non per bloccare dei fuggitivi. Quei banditi se la davano a gambe levate per “evitare esclusivamente l’arresto”, fatto che non giustifica la risposta armata. In sostanza, visto che in quel momento non c’era “l’esigenza di contrastare violenza in corso da parte dei malviventi” né “di arrestare una fuga pericolosa per l’incolumità propria o altrui”, il carabiniere non poteva premere il grilleto. I banditi stavano solo cercando di “sottrarsi all’arresto”, quindi niente armi.

Ora, i due casi si somigliano. Almeno in parte. Anche a Roma gli americani sono scappati. In linea teorica Varriale avrebbe potuto sparare nel momento in cui Elder accoltellava Cerciello, ma probabilmente non mentre i due correvano verso l’hotel (dove poi sono stati arrestati).

La legge infatti differenzia la “resistenza attiva” da quella “passiva” (la fuga). E le regole sono chiare: l’uso dell’arma “può ritenersi legittimo soltanto in caso di resistenza attiva o di resistenza passiva effettuata con modalità tali che mettano a repentaglio l’incolumità altrui”. In sostanza, ai banditi che scappano si può sparare solo se la loro fuga “determina rischi e pericoli per altre persone” (es: l’auto potrebbe investire persone in piazza). Altrimenti a prevalere è il maggiore valore della vita rispetto all’adempimento del dovere di fermare un assassino.

Quello che sarebbe da valutare, quindi, è se due giovani che se la svignano a piedi (armati) siano o meno un pericolo “per l’incolumità di altre persone”.

A dire il vero, la legge considera legittimo l’uso dell’arma di ordinanza anche se il militare si trova a dover impedire alcuni reati, tra cui la strage, l’omicidio volontario, la rapina a mano armata e il sequestro di persona. I due americani hanno ammazzato Rega, ma non lo stavano facendo mentre fuggivano. Quindi anche in questo caso sparargli alle spalle sarebbe forse stato un uso illegittimo della pistola.

Certo, tutti i procedimenti giudiziari sono diversi. E così anche i giudici che li valutano. Ma è indubbio che se Varriale avesse fatto fuoco “alzo zero” e magari ammazzato Elder o Natale sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati. E avrebbe passato le pene dell’inferno in Tribunale. Rischiando magari pure la condanna.

IL GIORNALE

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