Groenlandia, fiumi d’acqua scorrono sul permafrost: ghiaccio si scioglie a velocità record
A raccontarla in cifre, fa persino più
impressione. Nella sola giornata di mercoledì, oltre 10 miliardi di
tonnellate d’acqua sono stati riversati nell’Atlantico e nell’Artico,
valore che fa salire a 197 miliardi di tonnellate la perdita totale di
ghiaccio sull’isola in questa estate. Per dare un’idea, un miliardo di
tonnellate d’acqua corrisponde al volume di liquido contenuto in 400
mila piscine olimpiche; 100 milioni di tonnellate riversate negli Oceani
– appena più della metà del ghiaccio svanito a luglio, provocano
l’innalzamento del livello marino globale di poco più di un quarto
(0,28) di millimetro. Qualche altro dato: lo “sversamento” totale di
questo 2019, pari a 240 miliardi di tonnellate, avvicina il primato
assoluto, i 290 miliardi di tonnellate di ghiaccio che si sciolsero nel
2012. E di regola lo scioglimento prosegue per tutto il mese di agosto.
In quella stagione record – almeno dal 1981, da quando cioè il fenomeno
viene misurato presso lo Snow and Ice Data Center di Boulder, Colorado –
il fenomeno interessò addirittura il 92 per cento del permafrost. Per
concludere, uno studio scientifico completato a giugno – opera di
climatologi e fisici danesi e statunitensi – stima che lo scioglimento
dei soli ghiacci della Groenlandia indurrà un innalzamento delle acque
oceaniche compreso tra i 5 e i 33 centimetri entro il 2100. L’ipotetica
liquefazione totale dello strato bianco dell’isola sarebbe da sola in
grado di elevare il livello marino medio di circa 7,2 metri.
Groenlandia, il ghiacciaio si scioglie: 10 miliardi di tonnellate di acqua riversate in mare in un solo giorno
Gli studiosi sono sicuri che quel record crollerà. Lo suggerisce la concatenazione degli eventi climatici che quest’anno si sono susseguiti nella terra artica. Ora il caldo, non solo intenso ma anche persistente, e in apparenza destinato a perseverare. Ma prima, c’è stato un inverno particolarmente secco e avaro di precipitazioni: la neve fresca, oltre ad aumentare naturlamente la massa dei ghiacciai, ha un ruolo “protettivo” quando arrivano le prime avvisaglie della primavera: “Il ghiaccio eterno è ‘uscito allo scoperto’ prima, quest’anno – spiega Twila Moon dello Snow and Ice Data Center – a causa del basso accumulo di neve e ghiaccio (“nuovo” n. d. r.)”.
Colpita già da una prima ondata di caldo record – stagionale – nella prima metà di giugno, l’isola subisce ora l’estremo slittamento verso nord della stessa vampata africana che a fine luglio ha portato temperature record tra Parigi, il Benelux e la Germania. Il termometro si è spinto fino ai 22 gradi – che non è record assoluto, ma qualcosa di molto diverso dai 9-10 che fino a poco tempo fa rappresentavano la media dei mesi più “caldi”. L’ennesima riprova di un trend in apparenza irreversibile, come dimostrato dalla deriva degli iceberg che dal mare che costeggia l’isola raggiungono in massa le coste di Terranova. Come se non bastasse, all’estremo (quasi) opposto del Profonfo Nord, la Siberia è in fiamme.
Un’immagine dal satellite
Ondate come questa non sono una novità, ma, spiega Mike Sparrow dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite “oggi accadono con frequenza 10 volte superiore rispetto a 100 anni fa”. E il profondo Nord (in generale i poli) sono le aree più vulnerabili. “Quando la temperatura media globale sale di un grado – prosegue Sparrow – puoi persino non accorgertene, se stai seduto a Londra o ad Amburgo – Ma questo è il valore medio, mentre la differenza è molto più accentuata verso l’Artide o l’Antartide”.
Se è vero che il picco sopra Nuuk e dintorni l’ondata africana sta per scorrere via, “tutto lascia pensare – dice Mottram – che avremo ancora temperature miti e cieli limpidi – e questi ultimi sono una concausa quasi altrettanto importante – rispetto allo sciolglimento del ghiaccio eterno. In altre parole, il fenomeno è destinato a persistere, anche se la il termometro smettesse di registrare valori eclatanti”.
REP.IT
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