Salvini e il Papeete, ma il Viminale non è in spiaggia
di Fiorenza Sarzanini
Un ministro dell’Interno che a torso nudo fa il dj sulla spiaggia di Milano Marittima, mentre cubiste coperte solo da un ridotto costume maculato ballano al ritmo dell’inno di Mameli, è uno spettacolo che non si era mai visto. Se Matteo Salvini fosse soltanto il leader della Lega potrebbe decidere come e dove organizzare le feste del suo partito.E invece lui è anche e soprattutto il titolare del Viminale, dunque l’esponente di governo che ricopre un ruolo strategico. Nell’ultima settimana abbiamo visto poliziotti costretti a scarrozzare il giovane figlio del ministro sulla moto d’acqua, cercando di vietare i filmati. Abbiamo assistito alla conferenza stampa sulla riforma della giustizia convocata tra gli ombrelloni e terminata con insulti al cronista.
Sembrava già troppo. E invece ieri si è andati ben oltre. Il momento di tornare indietro è arrivato. È urgente e opportuno che il ministro rientri al Viminale. Gli italiani non sono soltanto quei bagnanti presenti alle sue performance vacanziere.
Ci sono problemi da affrontare, emergenze da coordinare. C’è soprattutto un Paese da governare. Salvini torni a Roma e poi opti per un periodo di ferie tra le valli bergamasche. La succursale del Palazzo non può essere il Papeete Beach
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