Governo, parte al Senato l’iter del decreto sicurezza bis. Attesa per i numeri della maggioranza
Politica
Sicurezza, Fattori (5S): “Non voterò la fiducia ma il governo reggerà. Di fatto ha l’appoggio esterno di Fdi e di quel che resta di Fi”
di TIZIANA TESTA
Di fronte a questa incertezza diventano così determinanti le possibili
assenze dei senatori di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. E dei 5s
che sono attribuiti al neonato partito di Giovanni Toti
“Cambiamo”. Questi gruppi non avrebbero nessuna difficoltà a votare sì
ad un provvedimento che condividono. E che al massimo considerano troppo
blando. I senatori della Meloni vorrebbero il blocco navale, quelli
forzisti chiedono di inserire uno stanziamento per le forze dell’ordine
di due miliardi di euro. La loro assenza favorirebbe l’approvazione
della fiducia anche di fronte al no della pattuglia grillina.
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Approfondimento
Sicurezza bis, servirà l’aiutino di Fdi e Forza Italia
di MATTEO PUCCIARELLI
Soprattutto in vista del successivo passaggio parlamentare: il voto sulle mozioni sulla Tav. Sul piano pratico, come ammettono gli stessi grillini, il senatore Airola, un voto favorevole alla loro richiesta di bloccare l’opera, non avrebbe molti effetti. Lo stop dovrebbe passare per un nuovo voto, sfavorevole, al Trattato italo-francese che prevede la costruzione dell’opera. Sul piano politico, il risultato del voto, avrà invece un grande effetto. Perché i grillini potrebbero ritrovarsi soli a sostenere la loro mozione di fronte ad un voto incrociato Pd-Lega su quelle a favore del sì alla Tav che spaccherebbe la maggioranza. Ipotesi che i grillini vedono come il fumo negli occhi, ma che Salvini e i suoi studiano. Intanto il vicepremier leghista ammonisce gli alleati durante un comizio in provincia di Lecco: “Chi dice no alla Tav mette a rischio il governo”.
In coda al calendario del Senato c’è poi il voto sulla legge delega in materia di ordinamento sportivo. E qui lo scontro fra maggioranza e opposizione è durissimo. Il 31 luglio le opposizioni, tutte, hanno contestato la decisione di inserire questo punto all’ordine del giorno, spiegando che non si capisce perché tanta fretta di fronte ad una legge delega che se slitta a settembre non riceve un gran danno.
La discussione si è accesa e alla fine, quando si era passati all’assegnazione di un seggio siciliano grillino all’Umbria, i senatori del Pd sventolando la Costituzione hanno occupato i banchi del governo. Costringendo la prudente presidente Casellati a sospendere la seduta. Non prima di avere però ricordato “di avere più volte sottolineato la necessità che il governo ordini i lavori in modo da dare la possibilità a tutti i senatori di approfondire tutti i provvedimenti con un dibattito congruo e in tempi congruo”. Una piccola tirata di orecchie a Palazzo Chigi.
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