La strategia di Conte e Di Maio per contenere Salvini: niente provocazioni
Smussare gli angoli, depotenziare ogni scontro e schivare le provocazioni, con l’evidente intento di allontanare il fantasma della crisi di governo. Lavorare molto e parlare poco. Ecco le parole d’ordine che Conte si è dato per superare gli ultimi scogli prima della pausa estiva. «Salvini ha smesso di attaccarmi frontalmente, quindi è l’impostazione giusta», ha commentato il premier con i collaboratori. Per lui le ferie inizieranno solo a Ferragosto, dopo l’omaggio a Genova per l’anniversario del crollo del Ponte Morandi.
Il dilemma che Conte dovrà risolvere da qui a pochi giorni è il nome del commissario da proporre alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. La scelta spetta a Salvini e Conte sembra avere allentato il pressing, sperando che il segretario del Carroccio maturi una decisione accettabile. Molto meno, raccontano, lo preoccupa il voto al Senato sul decreto sicurezza. Sulla carta il vantaggio è di solo cinque voti, ma Salvini ha chiesto la fiducia e il premier è pronto a concederla, anche per aiutare Di Maio a limitare i maldipancia dei suoi.
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Sul fronte della manovra, Conte è convinto di essere riuscito a dettare i tempi e riportare le trattative nelle giuste stanze: quelle di Palazzo Chigi. Nel pomeriggio presiederà il terzo e ultimo confronto con le parti sociali su lavoro, welfare e salario minimo. Conclusa la fase di ascolto, partiranno i cinque tavoli tecnici su flat tax, spending review (e cuneo fiscale), privatizzazioni, Sud, investimenti. Sarà lo stesso Conte ad aprire la nuova fase per le proposte da scrivere nella legge finanziaria.
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