Escalation Usa-Cina: lunedì nero in Borsa, Wall Street chiude a -2,9%
Occhi puntati sullo yuan
Le
Borse europee sono partite deboli, sulla scia della performance
negativa dei mercati asiatici con la piazza di Hong Kong che ha perso
quasi il 3%. Ma con il passare delle ore la situazione si è aggravata:
la forte svalutazione dello yuan, sceso ai minimi da 11 anni sul dollaro,
è stato un ulteriore elemento di tensione che ha mandato in panico i
mercati anche se il governatore della People’s Bank of China, Yi Gang,
si è affrettato a spiegare che la valuta cinese non viene usata da
Pechino come uno strumento a cui ricorrere nelle dispute commerciali.
I
mercati, inoltre, hanno continuato a scontare il fatto che la Fed nei
prossimi mesi sia meno accomodante delle attese, nonostante la scorsa
settimana l’istituto Usa abbia annunciato un taglio del costo del denaro
di 25 punti base. Il numero uno, Jerome Powell, ha però ammonito che
potrebbe non essere il primo taglio di una serie. In Europa, sul fronte
macro, è emerso che l’attività dei servizi ha rallentato il passo nel
mese di luglio: l’indice Pmi (purchasing managers index) è infatti sceso
a 53,2 punti dai 53,6 di giugno. Così l’indice Pmi composito, sempre
della zona euro, a luglio è sceso a 51,5 da 52,2 di giugno, in linea con
le attese del mercato. In Italia, l’indice Pmi servizi a luglio è
salito a 51,7 da 50,5, facendo meglio delle stime (50,6), con l’indice
composito passato a 51 punti da 50,1 di giugno.
Male il settore auto, ma tiene Fca su ipotesi speculative
In
Europa è stata una giornata no per il settore auto europeo, penalizzato
dalla guerra commerciale. La debolezza del comparto ha incoraggiato le
vendite anche su Pirelli (-3-3%). Fiat Chrysler Automobilesha invece arginato le perdite allo 0,3% sull’ipotesi che si aprano spiragli per l’integrazione con Renault (+1,2%), dopo lo stop alle trattative deciso a inizio giugno. Secondo le indiscrezioni della stampa internazionale
Nissan sarebbe pronta a dare il via libera all’alleanza tra Renault e
Fca, che probabilmente coinvolgerebbe anche il partner giapponese, a
patto che la casa della losanga riduca la sua partecipazione
nell’azienda del Sol Levante, adesso pari al 43,4%. In particolare Wall
Street Journal sostiene che Nissan avrebbe chiesto una riduzione della
partecipazione fino al 5-10%, mentre Renault avrebbe chiesto in cambio
garanzie di un rafforzamento dell’alleanza Renault-Nissan. Secondo il
Financial Times di oggi, invece, Nissan vorrebbe una riduzione della
quota al 20-25% mentre Renault, dal canto suo, sarebbe intenzionata a
mantenere il 30-35% del capitale.
5 agosto 2019
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St e Cnh ko con la guerra dei dazi
La guerra dei dazi ha incoraggiato le vendite su Stmicroelectronics(-4,3%) e Cnh Industrial
(-4,2%), quest’ultime penalizzate anche dalla prospettiva che possa
soffrire l’agricoltura americana, dopo che, secondo indiscrezioni, la
Cina avrebbe intenzione di tagliare gli ordinativi di merci agricole
americane. Sono andate male le azioni del lusso e in particolar modo le Moncler
(-5,1%), allontanandosi dalla soglia dei 40 euro riconquistata a fine
luglio, sull’effetto della semestrale. Telecom Italia ha accusato una
flessione del 2,2%, nonostante gli analisti abbiano apprezzato i numeri
del primo semestre annunciati nei giorni scorsi. Sono andate male le Unipol(-2%) e le Unipolsai(-2,37%) dopo i conti semestrali annunciati venerdì scorso.
Banche in evidenza in piena stagione delle trimestrali
Il stinio milanese è stato puntellato dalle azioni delle banche. Intesa Sanpaolo è salita dello 0,78 a pochi giorni dalla semestrale chiusa con un utile di 2,3 miliardi, in rialzo del 4%. Sono andate bene leBanco Bpm(+1%) e le Banca Pop Er (+1,5%) in vista dei conti. Hanno invece limato le posizioni le Unicredit (-0,3%) nell’attesa dei numeri che saranno diffusi mercoledì. Anche Ubi Banca ha lasciato sul parterre lo 0,2%.
Euro in risalita sul dollaro, giù il petrolio
Sul mercato valutario, l’euro si è rafforzato sul biglietto verde: (segui qui
i principali cross): E’ debole il petrolio, anch’esso penalizzate dalle
prospettive di un rallentamento dell’economia a causa della guerra dei
dazi (segui qui Brent e WTI)
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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