Perché votiamo se poi fanno quel che vogliono
E ora ci si mette anche Forza Italia. Pare infatti che ci siano deputati e senatori tentati in queste ore di uscire e accasarsi alla corte di Salvini o della Meloni dopo essere stati eletti sulla promessa di controbilanciare, all’interno del centrodestra, il populismo leghista e il nazionalismo di Fratelli d’Italia. Altri, più semplicemente, sarebbero disposti ad abiurare, sull’esempio di Giovanni Toti, al berlusconismo pur sapendo di essere stati messi dagli elettori dove sono proprio in quanto dichiaratamente berlusconiani.
Questo è un Parlamento che, ovunque posi lo sguardo, sta perdendo qualsiasi legittimazione elettorale. Doveva essere quello dell’anticasta e invece si è fatto più casta dei precedenti. Si riempiono la bocca di parole come «popolo» e «cittadini», ma delle indicazioni ricevute dal popolo e dai cittadini se ne infischiano alla grande.
Pensate che bello sarebbe se i grillini facessero i grillini, i leghisti i leghisti, i berlusconiani i berlusconiani e così via. Bello, ma dovrebbero andare tutti a casa perché non ci sarebbe nessuna maggioranza numerica coincidente con una politica. Quando una cosa nasce da una truffa – quale è il contratto di governo -, poi, per farla stare in piedi, bisogna continuare a truffare. Questo, in sintesi, è un Parlamento condannato a tradire per sopravvivere.
IL GIORNALE
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