Siano Conte e Tria a portarci al voto
Sopra tutti questi problemi vi è quello che per i liberal-solidaristi o liberal-sociali italiani si chiama democrazia capace di unire il pluralismo con l’ efficienza e l’efficacia della azione nelle Istituzioni,nella società e nell’economia
In Italia è quella fondata e radicata sul rispetto della Costituzione vigente e della appartenenza alla Unione Europea e alla Eurozona. Si chiama, per chi non lo ricordasse, “democrazia europea” che nulla ha a che fare né con i vari sovranismi dell’est né con i populismi di qualche Paese sudamericano
Riflettiamo in breve sui due problemi alla luce dei principi fondanti della democrazia italiana con una chiosa finale sull’Europa.
La transizione alle elezioni: credere nelle Istituzioni
La transizione di qui alle elezioni avverrà certamente nel rispetto delle procedure istituzionali e costituzionali di cui è garante il Presidente della Repubblica,Sergio Mattarella. Personalità che dà il massimo affidamento per competenza e per fermezza. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pur nella sua breve esperienza di Governo e pur scontando alcune sue ingenue posizioni e dichiarazioni,ha dimostrato di essere fedele alla nostra democrazia europea. Giusto dunque parlamentarizzare la crisi voluta dal leader della Lega. Come sarebbe auspicabile che Conte rimanesse presidente del Consiglio nel Governo che porta l’Italia al voto in ottobre e Tria ministro dell’economia.
Dal Governo dovrebbero invece uscire i leader dei due partititi politici del contratto di Governo mentre gli altri membri dell’Esecutivo in carica dovrebbero esplicitamente non ricandidarsi alle elezioni. Chi si ricandida dovrebbe essere sostituito da personalità dell’apparato istituzionale con un profilo di alta competenza anche europea.Tra queste ci sono anche personalità di passati Governi che non hanno sposato una causa partitica specifica.
Lo scopo di questo passaggio è di evitare i maggiori danni nella formazione della prossima legge di bilancio ,dei rapporti con la Ue e con i mercati.Inutile pensare o tentare grandi innovazioni
A metà settembre con la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza inizia il viaggio. La nota partendo dai dati di andamento dell’economia, aggiorna gli obiettivi programmatici triennali di cui cruciali sono quelli sul 2020 in quanto devono anche tenere conto delle osservazioni pregresse della Commissione Europea. L’economia italiana è purtroppo in stagnazione e dal punto di vista dei rapporti di finanza pubblica,compreso il disinnesco delle clausole di aumento dell’IVA, una manovra ipotizzabile si aggira su almeno 30-40 miliardi da reperire. Ovviamente ipotesi di flat tax “finanziata” a deficit o altre operazioni spericolate sono impossibili a meno di volersi tirare addosso una bufera dai mercati e anche una dura presa di posizione della Commissione Europea.
A metà ottobre il Documento programmatico di Bilancio andrà presentato alla Commissione Europea e all’Eurogruppo con le linee principali ma non generiche della manovra
Entro fine ottobre il Governo dovrà depositare il Parlamento la bozza della Legge di Bilancio per il 2020 e entro il 31 dicembre la stessa dovrebbe essere approvata
Il pre e il post-elezioni:credere negli Italiani
Il pre-lezioni sarà un periodo molto difficile per l’Italia che tuttavia è abituata a situazioni politiche patologiche. Inutile fare confronti con il passato o sul perché siamo arrivati qui.Ne ho trattato spesso su queste colonne e di recente nell’articolo “Il primo anno gialloverde è negativo. Non perdiamo l’àncora europea”.
Il punto qualificante di queste elezioni a nostro avviso dovrebbero essere dei “programmi di legislatura o fondanti” presentati agli elettori ed anche una rosa di possibili Ministri Senior per il coordinamento dei singoli Ministri Junior per l’attuazione programmi interni a quelli fondanti.Non si possono considerare gli italiani come dei selvaggi che vengono incantati dalle urla e dalle promesse.
Facciamo alcuni esempi di programmi fondanti (o di legislatura): due sulle regioni e i territori e due sulle risorse umane e sulle integrazioni
Sulle regioni e sui territori
Un programma di regional-federalismo ma anche che aumenti la prossimità delle istituzioni ai territori e alle popolazioni specie nella valutazione dei rapporti tra costi e benefici dei servizi. Il tema dei parametri standard e del “fallimento politico” per gli amministratori responsabili di dissesto finanziario degli enti amministrati concepito più di 10 anni fa da un ministro dell’economia aveva una sua solida ratio.
Un programma di sviluppo del Mezzogiorno fondato sugli investimenti in capitale fisico (infrastrutture), sociale (terzo settore), istituzionale (commissariamenti ove necessario), umano(istruzione specie tecnologica), imprenditoriale (procedure e fiscalità alleggerite ma vigilate).
Non dovrebbero invece avere spazio qualche ipotesi di para-separatismo con le regioni che intervengono su temi tipicamente Nazionali, Europei ed internazionali e sotto questo profilo il tema delle competenze previste dalla Costituzione e dalle leggi vigenti andrebbe rivisto.L’esempio più classico è quello delle grandi infrastrutture sulle quali si fa anche politica estera
Sulle risorse umane e sulle integrazioni
Un programma dovrebbe riguardare l’istruzione ,gli investimenti in scienze e tecnologia,la mobilità delle professionalità dalle strutture di ricerca a quelle produttive e viceversa. Questo anche nella formazione dei ceti imprenditoriali. La capacità gestionale di una impresa e la sua possibilità di crescita dimensionale spesso richiede una visione e una pratica internazionale ,anche in campo finanziario,che non sempre si trova nelle imprese piccole. È naturale che le imprese passino di proprietà ma è anche peculiare che quelle italiane vengano così spesso cedute ad acquirenti di altri Paesi che hanno imprese di maggior dimensione costruite sulla distinzione e collaborazione tra proprietà e gestione. Questo porta anche al tema dei nostri qualificati ricercatori e manager che emigrano.
Un altro programma riguarda la laboriosità giovanile con soprattutto con l’offerta (incentivata) di istruzione professionale. I Neet (giovani che non studiano,che non lavorano,che non cercano lavoro)sono un drammatico problema italiano(ma non solo).Prima della occupazione o del posto di lavoro bisogna stimolare la laboriosità come necessaria all’essere umano per realizzare se stesso.Una iniziativa del genere dovrebbe essere supportata anche da una collaborazione stretta tra Associazioni datoriali e sindacali
Ministri Senior per dicasteri fondanti
Se per ciascuno di questi programmi fondanti o di legislatura e su altri si indicasse una rosa di nomi che potrebbero essere Ministri Senior e vicepresidenti del consiglio che coordinerebbero i Ministri Junior ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta tante sono le eccellenze,donne e uomini,a cui riferirsi. E queste sono collocate in più di un partito dei vari schieramenti tutte però caratterizzate dalla forza pacata di chi crede nella Costituzione ,anche riformabile(noi abbiamo spesso proposte riforme,anche se non sempre appropriate) ma certo non sopprimibile o mutilabile.
L’Europa e l’Italia
L’Italia dovrebbe anche fissare un suo programma-proposta per riforme della Ue e della Uem tese ad un europeismo costruttivo e innovativo che contribuisca ad orientare le politiche europee verso lo sviluppo al fine di accentuare la convergenza territoriale, il Governo delle immigrazioni,la politica estera e di sviluppo verso l’Africa,la politica di difesa, le infrastrutture italo-europee sia quelle materiali( reti di trasporto),meta-materiali o meta-immateriali(ricerca scientifica e tecnologica),sia quelle per imprese trans-europee con fusioni o aggregazioni (specie a forte portata innovativa)capaci di affrontare la globalizzazione
Varie personalità italiane potrebbero svolgere un ruolo propulsivo al pari di quello che la Germania con Ursula Von der Leyen e la Francia con Christine Lagarde si accingono a progettare ed attuare nei prossimi 5 anni.Lo faranno avendo il rigore istituzionale di chi sa servire l’Europa in cui credono profondamente ma avendo anche alle spalle due Paesi che le hanno valorizzate e che sono la loro Patria.
Noi ,in Italia,non abbiamo ancora indicato un Commissario europeo per i prossimi 5 anni.Speriamo tuttavia che il Presidente del Consiglio per la nostra prossima legislatura nazionale abbia una caratura europea e parli bene sia l’italiano che qualche altra lingua europea.
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