La strana alleanza e l’uomo solo al comando

di CARLO VERDELLI

Votare o non votare? Questo sembra essere adesso il problema. Unire forze che fino a ieri si erano disprezzate a sangue o liquidare per sempre una legislatura nata male? Eh già, ragionano i resistenti alle urne, se cediamo allo scacco di Salvini, ancora una volta l’avrà vinta lui. Eh già, ragionano i ragionevoli, se allestiamo un’alleanza improbabile solo per rovinargli i piani, ripeteremmo al peggio l’esperimento di Mario Monti, finito per diventare incubatrice di molti virus anti-sistema.

Per adesso, l’unica cosa certa è la scena del delitto. Manca però il movente. E non basta a fornirlo il tonitruante appello rivolto dall’aspirante capo della nazione al popolo della nazione medesima: “Chiedo agli italiani di darmi pieni poteri per fare quello che abbiamo promesso di fare fino in fondo, senza rallentamenti e senza palle al piede”. Mani libere, basta intralci, via gli orpelli della democrazia, parlamentare e no. Nessuno aveva mai osato tanto in 73 anni di vita repubblicana? Beh, c’è sempre una prima volta. Con buona pace delle vispe mosche pompiere che invitano a non dare troppo peso a parole, atti e omissioni da rubricare, secondo loro, nel normale folclore politico. Folclore che per altro stiamo sperimentando ininterrottamente da un anno e mezzo, con una campagna elettorale che è continuata per l’intera durata del governo Conte e proseguirà, se possibile in maniera più scomposta, per i mesi a venire.

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