Aumenti Iva, che cosa succede se cade il governo

di FLAVIO BINI

(ansa)MILANO – Sarà la prima incombenza del nuovo governo, se si andrà al voto molto presto, o di un esecutivo di transizione se i tempi non consentiranno un’alternativa: fermare gli aumenti delle aliquote Iva che scatteranno a partire dal primo gennaio. Ecco perché si tratta di un tema molto importante per la vita dei citttadini.


Perché aumenta l’Iva?

Perché negli anni passati i governi hanno inserito all’interno delle diverse leggi di Bilancio delle cosiddette clausole di salvaguardia, cioè degli aumenti di tasse automatici per garantire il rispetto dei parametri europei sui conti pubblici nell’arco del tempo. Servono, appunto, a salvaguardare i conti, ma possono sempre essere “disinnescate” trovando ogni volta le risorse equivalenti al gettito assicurato dagli aumenti di imposte. In questo caso, con l’ultima Manovra, il governo Conte ha previsto incrementi Iva pari a 23,07 miliardi di euro.

Che cosa significa l’aumento dell’Iva per i consumi degli italiani?

È una pessima notizia perché l’Iva rappresenta un’imposta che tutti i consumatori pagano sui beni finali acquistati e va a colpire direttamente la spesa quotidiana delle famiglie. In particolare i rincari previsti per legge sono molto consistenti. L’aliquota base, quella applicata sulla maggior parte dei prodotti, salirebbe dal 22% al 25,2%. L’aliquota ridotta – oggi applicata a beni come carne, pesce, uova e molti altri prodotti alimentari – crescerebbe dal 10% al 13%.

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