In Senato passa l’intesa Pd-M5S. Oggi primo test: si vota il calendario

francesca schianchi

ROMA. Il primo scontro aperto della lunga battaglia che porterà alle urne o a un nuovo governo si giocherà oggi pomeriggio alle 18 nell’Aula del Senato. E sarà lì, in un’inusuale convocazione nel cuore di agosto, nel voto che dovrà decidere il calendario, che prenderanno forma i nuovi schieramenti sbocciati dalla crisi di governo: da una parte il centrodestra unito e ricompattato – Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – dall’altra Movimento cinque stelle, Pd, LeU. La prima alleanza è determinata a richiamare tutti domani, 14 agosto, per votare la mozione di sfiducia a Conte; la seconda, sulla carta favorita dai numeri, è d’accordo per rinviare a martedì 20 agosto non la mozione, ma le comunicazioni che il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha chiesto di poter rendere in Parlamento.

Dopo giorni di comizi in spiaggia, dirette Facebook e dichiarazioni a mezzo stampa, ieri la crisi ha fatto il suo ingresso a Palazzo Madama. Prima sono stati convocati i gruppi parlamentari dei vari partiti – dal Pd al M5S alla Lega; oggi pomeriggio è la volta di Forza Italia – poi, per due ore, si è riunita la conferenza dei capigruppo con la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Un incontro che doveva essere meramente procedurale – fissare appunto la data dello showdown in Aula – e che si è trasformato invece in un lungo braccio di ferro, concluso con la decisione di rinviare il verdetto alla riunione plenaria dei senatori tra le urla e le accuse dell’opposizione, in particolare del capogruppo dem Andrea Marcucci: «La presidente del Senato forza il calendario per fare l’ennesimo favore a Salvini».

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