In Senato passa l’intesa Pd-M5S. Oggi primo test: si vota il calendario

La minaccia di Salvini: “Siamo pronti a ritirare i ministri dal governo”

Amedeo La Mattina

Nel chiuso della riunione, Pd-Cinque stelle-LeU e gruppo delle Autonomie chiedono che si dia precedenza alle comunicazioni del premier rispetto alla mozione di sfiducia, e che si convochi la seduta per martedì prossimo. I rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia e anche Forza Italia, si oppongono: votiamo domani nel pomeriggio – propongono – dopo la commemorazione delle vittime del crollo del ponte di Genova, e votiamo direttamente la mozione di sfiducia presentata dal Carroccio. Servendo così su un piatto d’argento a Salvini il premier Conte sfiduciato entro Ferragosto. In assenza di unanimità, la presidente, come aveva annunciato che avrebbe fatto fin dal mattino, si rifà all’articolo 55 del regolamento interno e si rimette all’Aula, convocandola appunto per oggi. Scoppia il putiferio: «Ma come facciamo con gli eletti all’estero? Chi è in Australia come fa a tornare?», denunciano le opposizioni di sinistra. «Potevamo decidere a maggioranza tra capigruppo, oppure, se proprio la presidente voleva passare dall’Aula, poteva convocarla fra cinque giorni come si fa di solito – sbotta Marcucci attraversando a grandi falcate la Sala Garibaldi – È una forzatura inaudita, uno strappo alle regole che crea un precedente. Il punto è che voleva dare una mano a Salvini, perché sa bene che lui ha già convocato oggi tutti i suoi parlamentari. E anche Forza Italia ha fatto lo stesso».

Al netto delle proteste, tuttavia, i numeri sono a vantaggio dell’asse grillini-dem. Solo gli eletti Cinque stelle sono 107; 51 quelli del Pd e quattro quelli di LeU: sono già 162 voti, a cui potrebbero aggiungersi ex grillini usciti dal Movimento e Autonomie. Invece, Lega più FdI e berlusconiani a ranghi completi arrivano a 138 voti. Conteggi che, da una parte come dall’altra, potrebbero però essere falcidiati dal generale agosto e dalle sirene delle ferie.

Di certo, comunque, la battaglia sulla data metterà già in luce il riposizionamento delle alleanze. «Le sinistre, da Cinque stelle a LeU, si compattano per impedire di votare la mozione di sfiducia – lamenta la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – Questi signori vogliono solo prendere tempo per tentare di costruire un’altra pseudo maggioranza che ha come principale obiettivo quello di impedire ai cittadini di votare». Ma anche dall’altra parte della barricata si abbozza una nuova alleanza che è in realtà un ritorno all’antico, guarda caso all’indomani delle aperture del capo leghista a questo schema per le Politiche: «Il presidente Berlusconi e Salvini si stanno parlando, si vedranno presto», conferma la capogruppo forzista Anna Maria Bernini. Contatti, incontri, abboccamenti. Solo l’inizio di questa inedita crisi di mezza estate.

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