Salvini: «Il reddito di cittadinanza va subito verificato. Ritirare la sfiducia? Con tutti i no degli ultimi mesi…»
Siamo tornati al Matteo contro Matteo?
«Ho ascoltato il monologo arrogante e imbarazzante di Matteo Renzi in Senato. Che suonava così: “Abbiamo in tasca un accordo con i 5 stelle”. Siccome mi sono venuti i brividi a immaginare una manovra Renzi, Boschi, Fico e Toninelli, mi sono detto: facciamoli uscire allo scoperto. Offrendo ai 5 stelle quello che chiedevano, la discussione sul taglio dei parlamentari. Ma ancora non va bene…».
Le brucia il fatto che ieri i numeri d’aula abbiano fotografato una maggioranza Pd-5 stelle che…
«Che
è l’inciucio. Però, voglio proprio vedere Paragone e la Boschi che
votano insieme la commissione d’inchiesta sulle banche. Oppure quella
sulle case famiglia tipo Bibbiano. Aggiungo che, a differenza di quello
che dicono Renzi e Di Maio, con il nostro governo non è in discussione
quota 100 e non si toglieranno gli 80 euro. Semmai, sarà doveroso
verificare il reddito di cittadinanza. Ci arrivano centinaia di
segnalazioni, molte delle quali a me personalmente, da parte di
imprenditori che quest’anno non riescono ad assumere i lavoratori che
avevano l’anno scorso».
La gente intasca il reddito e poi s’arrangia con i lavoretti?
«Appunto.
Fanno fatica i ristoranti, fanno fatica in agricoltura, fanno fatica in
moltissimi… Per carità, noi il reddito di cittadinanza lo abbiamo
votato e speriamo che crei lavoro. Ma se lo toglie, bisognerà
studiarlo».
Perché non ha incontrato Silvio Berlusconi?
«Ma dài… Ho letto cose da pazzi. Che si vogliono i notai per firmare gli accordi…».
A maggior ragione, perché non vi siete visti?
«Io
sono stato per gran parte della giornata al Viminale, ci sono le navi
di 5 ong con 500 ospiti a bordo, c’erano due bimbi di sei mesi in
difficoltà che eravamo pronti ad accogliere… E poi ho chiuso il
dossier di Castel Volturno dove ci occuperemo di camorra, mafia
nigeriana, rifiuti che scompaiono… Con Berlusconi ci siamo sentiti per
telefono. Tra l’altro ci sono le regionali, il 27 ottobre in Umbria,
forse a dicembre in Emilia Romagna».
Beh, secondo lei ci dovrebbero essere anche le politiche…
«Io
ho lanciato l’«Italia del sì» senza preclusioni, ma questo non vuole
dire che già ci siano accordi o altro. Tra l’altro, le vecchi etichette
sono del tutto superate».
È per questo che Forza
Italia dice che lei voglia inglobare tutti in un listone a suo nome?
Una sorta di nuovo Pdl sovranista in cui comanda Salvini?
«Figuriamoci
se mi sono a messo parlare di listini e listoni. Nessuno vuole
inglobare nessuno. Noi dialoghiamo con tutti quelli che la pensano come
noi. E poi, nemmeno sappiamo se e quando si vota. Le opposizioni in
qualunque parte del mondo hanno fretta di votare. Il Pd, invece, ha
bisogno di tempo per inciuciare. La nostra priorità è sventare
l’inciucio, con quale formula e quale squadra ci ragioniamo».
Quale percentuale di successo attribuisce alla nascita di un nuovo governo che vi taglia fuori?
«Il
rischio c’è. Se avessi voluto una vita comoda, saremmo rimasti in sette
sulle nostre poltrone, facendo finta che andasse tutto bene. E invece
si è cominciato a litigare su tutto… Io voglio fare una manovra
importante e coraggiosa con una persona di cui si fida il mondo come
Giorgetti. Sfido Renzi piuttosto che Di Maio a dire altrettanto. Con
l’Europa avevano già cominciato a dire che sì, avremmo tagliato le
tasse, ma non tanto…».
È quello che l’ha spinta a rompere con i 5 stelle?
«Ci
sono state tante cose. Il voto sulla Tav, il voto europeo per la
presidente di Merkel e Macron, il ministro dell’Ambiente che non vuole
gli inceneritori…».
Ma era proprio necessario arrivare a Ferragosto?
«Sì,
sono contento. Mi è arrivata una marea di messaggi dell’Italia reale.
Operai e imprenditori che stanno lavorando anche in agosto e non
capiscono perché non possano farlo i parlamentari».
Però, le contestazioni in Calabria e Sicilia sono state dure. E anche sul web la proteste nei suoi confronti sta montando…
«Lei dice? La critica ci sta, in piazza e sul web. Ma il mio discorso in aula ha fatto 40mila visualizzazioni contemporanee. Chi può dire altrettanto?».
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