Ci sarà davvero la recessione? Tutti i segnali negativi: dalla curva dei tassi all’Argentina, i «cigni neri» della finanza
di Marco Sabella
Cos’è il «cigno nero»
La teoria del cigno nero è una metafora che descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e che a posteriori viene giudicato (erroneamente) prevedibile. La teoria è stata sviluppata dal filosofo epistemologo (studioso della logica della scienza) ed ex-trader Nassim Nicholas Taleb per spiegare l’importanza sproporzionata di determinati eventi di grande impatto, difficili da prevedere e molto rari nel saggio «Il cigno nero” (The Black Swan) pubblicato nel 2007.
In ambito economico «cigni neri» sono tutti quegli eventi rari e scarsamente prevedibili che potrebbero avere un impatto potente e inaspettato sull’economia globale
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Il rischio Brexit
Dal 23 giugno del 2016, quando il 51,89% dei cittadini britannici si pronunciò a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea nel referendum popolare convocato dall’allora premier David Cameron, la Brexit è diventata un tormentone nel dibattito politico. Le previsioni di crollo dell’economia reale e di caduta nella recessione formulate dalla Banca d’Inghilterra all’epoca del voto non si sono realizzate nell’immediato. Adesso dopo il fallimento del tentativo del premier Theresa May di arrivare ad un’uscita negoziata della Gran Bretagna dall’Unione europea il rischio di una uscita senza accordo, il famoso «no deal» è un esito sempre più probabile, in larga misura auspicato dal nuovo primo ministro Boris Johnson. La scadenza per la Brexit, dopo l’ultimo rinvio, è prevista per il 31 ottobre 2019. «Nel caso di una Brexit senza accordo, il tasso di cambio della sterlina probabilmente si ridurrebbe, l’inflazione aumenterebbe e la crescita del Pil rallenterebbe”, scrive la Bank of England nel comunicato della sua riunione di politica monetaria di agosto.
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