Crisi di governo, l’addio di Conte a Salvini: il premier prepara il discorso La rottura ormai è insanabile
di Massimo Franco
Matteo Salvini e Giuseppe Conte (Ansa)
È singolare, per Giuseppe Conte, ritrovarsi di colpo da assediato a assediante involontario. E soprattutto di dovere questa inedita situazione a chi per mesi si è accreditato e presentato come premier-ombra o in pectore: Matteo Salvini. Comunque vada a finire questa surreale crisi ferragostana, aperta dal vicepremier e ministro dell’Interno con la richiesta perentoria di elezioni e pieni poteri, per il presidente del Consiglio si tratta di una specie di rivincita, seppure amara. Non è ancora chiaro che cosa dirà il 20 agosto in Senato: se davvero potrà gridare «tutta la verità» dei rapporti con la Lega. Ma la stella salviniana sta riemergendo appannata e ammaccata dalle minacce, i proclami in spiaggia e le mezze marce indietro.
Forse l’effetto non si vedrà presto nei sondaggi. Di certo si percepisce in alcuni settori dell’opinione pubblica; tra gli alleati, forse ex, del Movimento Cinque Stelle; e, cosa per lui più rischiosa, nelle file del suo Carroccio. Al punto che qualcuno potrebbe essere tentato di prenderlo in contropiede e cercare le elezioni. Azzardo simmetrico a quello salviniano, perché la sua macchina del consenso rimane formidabile. La sensazione è che a Palazzo Chigi le «comunicazioni» saranno scritte nelle prossime ore, perché non è ancora chiaro se si aprirà una crisi o si assisterà a imprevedibili pasticci dell’ultim’ora. La possibilità che Conte rimanga alla guida del governo appare esile. La rottura con Salvini è totale, e lo testimonia la lettera aperta che gli ha scritto, infilzandolo sul «suo» tema preferito: l’immigrazione. D’altronde, il presidente del Consiglio non ha mai considerato «i porti chiusi» una politica. L’ha dovuta subire perché, prima e in particolare dopo le Europee di maggio sapeva di essere debole rispetto al leader leghista.
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