Inversione dei ruoli tra i quasi ex alleati: adesso sono i 5 Stelle a dettare la linea
Salvini, al contrario, è passato dal picchiare duro sull’alleato, agli appelli accorati: «Chiedo agli amici 5 stelle se si vedono in futuro in un governo con Renzi, Boschi e Lotti», chiosati con un chiaro invito al dialogo: «Il mio telefono è sempre accesso». A cui Di Maio replica con frasi che sanno di addio: «Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!».
Che le porte del dialogo gialloverde siano del tutto chiuse è ancora da vedere. Resta il fatto che Salvini dopo il voto alle europee ha sempre dettato la linea al governo, giocato all’attacco, ottenuto voti favorevoli anche sulle norme più contestate all’interno del M5s. La decisione improvvisa di evocare la crisi di governo, ma senza ritirare i propri ministri, ha cambiato le carte in tavola.
Salvini pare non aver previsto due fattori fondamentali: la facilità con cui Matteo Renzi ha smentito se stesso e aperto al dialogo con i 5s e il mutato peso di Giuseppe Conte. Davide Casaleggio ha da tempo deciso di investire su di lui, affiancandogli il suo uomo della comunicazione, Rocco Casalino. Salvini, abituato ad avere di fronte un alleato reso malleabile dal crac elettorale e dalle contestazioni interne come Luigi Di Maio, si ritrova a fare i conti con un premier che è riuscito a ritagliarsi un certo ruolo istituzionale e un consenso personale. Ed è lui a dare le carte. Almeno per ora.
IL GIORNALE
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