Open Arms, il Viminale autorizza lo sbarco dei minori

In realtà la Open Arms non sarebbe potuta andare in Spagna poiché quest’anno Madrid ha già accolto 15.000 migranti (cinque volte più dell’Italia). Inoltre, la Guardia costiera spagnola continua quotidianamente a salvare e a portare a terra le persone che tentano la rotta del Mediterraneo occidentale e già sei mesi fa ha tolto alla Open Arms l’autorizzazione a svolgere attività di ricerca e soccorso, motivando il provvedimento e le relative altissime multe (anche lì fino a un milione di euro) proprio con la chiusura dei porti italiani.

Utilizzando proprio le accuse che gli vengono fatte di fare campagna politica sulla pelle dei migranti il ministro aveva scritto questa mattina su Twitter: “In 16 giorni sareste già tranquillamente arrivati a casa vostra in Spagna. Quella delle ONG è una battaglia politica, non certo umanitaria, giocata sulla pelle degli immigrati. Vergogna. Io non mollo”.

Intanto dalla nave continuano gli appelli disperati per sbloccare la situazione: “La Open Arms è una bomba ad orologeria. Se non si interviene immediatamente la prima miccia la farà  esplodere”. Il comandante della nave Marc Reig e il suo equipaggio non hanno chiuso occhio per controllare che la sedicesima notte con i 134 migranti rimasti a bordo passasse senza incidenti, atti di autolesionismo o di violenza, come molte delle persone ormai allo stremo ieri hanno minacciato.




Le indagini della Procura

Oggi potrebbe essere la giornata della svolta. Nella sede della Guardia costiera a Roma è arrivata la polizia giudiziaria, inviata dal procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, che coordina l’inchiesta (al momento senza indagati) che da ieri – dopo la presentazione di un esposto da parte della Open Arms – procede anche per le ipotesi di reato di sequestro di persona, violenza privata e abuso d’ufficio. Tra i documenti acquisiti anche la comunicazione con cui il centro di ricerca e soccorso di Roma scrive al ministero dell’Interno che “non vi è impedimento alcuno” e che si può “procedere senza indugio” all’attracco della nave in banchina . L’MRCC di Roma chiede al Viminale una risposta urgente per l’eventuale assegnazione di un POS, ovvero di un porto sicuro.

Lampedusa, i 134 migranti stipati sulla Open Arms: le riprese dal gommone



Prima di decidere una eventuale ispezione sulla nave, ancora alla fonda a mezzo miglio da Lampedusa, il magistrato attende di mettere in fila tutte le carte acquisite per ricostruire la catena di comando che ha portato a bloccare lo sbarco. L’autorizzazione all’approdo formalmente spetta al prefetto di Agrigento Dario Caputo che, inevitabilmente, attende ordini dal Viminale ma la responsabilità penale è personale e quindi è necessario ricostruire tutti i passaggi. Chi ha dato l’ordine di non far sbarcare la nave e con quali motivazioni.

Oggi gli agenti della squadra mobile di Agrigento sentiranno tutti i migranti sbarcati per motivi sanitari che sono stati portati nell’hot spot di contrada Imbriacola, ma anche i medici che li hanno visitati: quelli della Cisom e di Emergency sulle cui relazioni si sono basate le evacuazioni di emergenza per motivi psicologici o per la necessità di cure specialistiche ma anche quelli dell’ambulatorio di Lampedusa che avrebbero fatto una valutazione differente comunicando al responsabile del presidio, Francesco Cascio (assente dall’isola) che stavano tutti bene e che solo una donna aveva un’otite. Il responsabile dell’ambulatorio sarà ascoltato probabilmente a breve o al suo rientro a Lampedusa, la prossima settimana.

Il medico ribadisce, come già dichiarato a Repubblica: “Mi fido dei miei medici, i referti sono chiari. Non so cosa sia successo: se a bordo di Open Arms ci sono naufraghi con le patologie descritte nella relazione dal Cisom non sono gli stessi che sono stati fatti sbarcare, perché le loro condizioni erano buone, tranne un caso di otite facilmente curabile”.

Messe insieme tutte le carte e fatta una prima valutazione della situazione se ancora oggi dal Viminale non dovesse essere autorizzato lo sbarco, i pm potrebbero decidere di intervenire con una ispezione a bordo e anche forzare la mano e disporre il sequestro della nave e la conseguente discesa a terra di tutti i migranti.

Gli appelli per lo sbarco

Intanto Open Arms continua a porre l’accento sulla situazione di emergenza a bordo. “Giorno 16. Il mondo è testimone di quello che hanno dovuto sopportare le 134 persone che attendono di scendere sul ponte della #OpenArms. Solo la mancanza di volontà dei politici che hanno il potere di decidere li separa da un porto sicuro.#unportosicurosubito”, è il post che la ong ha pubblicato sui social insieme a un video che testimonia le difficoltà di convivere in uno spazio ridotto, sotto il sole cocente e con un solo bagno per tutti.

Poco fa il fondatore di Open Arms Oscar Camps ha annunciato di aver scritto una lettera al premier Spagnolo Sanchez e al presidente del parlamento europeo Sassoli dicendo che non sono più in grado di garantire la sicurezza delle persone a bordo, né i migranti né l’equipaggio. Stamattina c’è stato un altro tentativo di rivolta collettivo e Open Arms chiede alla Spagna di protestare ufficialmente con la Ue e con il governo italiano perché – dice – c’è una barca spagnola sequestrata in acque italiane.

Si parla di migranti “persone, non numeri” nel messaggio che papa Francesco ha inviato al Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, in occasione della 40esima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si apre domani. “Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo, specialmente quando la cultura dello scarto emargina, discrimina e sfrutta, minacciando la dignità della persona”. ha scritto il pontefice.

Una nota del Comando generale della Guardia Costiera spiega le attività di sostegno alla nave: “In relazione alla permanenza della Open Arms nelle acque prospicienti l’isola di Lampedusa, la Guardia Costiera territoriale monitora attentamente l’evolversi della situazione nelle ipotesi dovessero configurarsi emergenze da fronteggiare per la salvaguardia della vita umana in mare ed in attesa di conoscere le determinazioni che verranno adottate dalle autorità governative competenti. Nel contempo il Comando Generale del Corpo opera fornendo ogni supporto a tutte le Autorità coinvolte nel rispetto delle norme nazionali e internazionali vigenti”.

REP.IT


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