Il limite invalicabile dell’idiozia
Non ci sono precedenti di perdenti di tal fatta messi consapevolmente in posti strategici. Lo avevano capito già i latini, che a proposito dei mediocri di successo coniarono la famosa locuzione: promoveatur ut amoveatur, cioè promosso sì ma rimosso e assegnato a posizioni formalmente di prestigio ma in realtà assolutamente inutili dalle quali è impossibili fare danni. Luigi Di Maio, per venire alla nostra epoca, è anche la prova dell’esattezza del principio di Peter, lo psicologo canadese che negli anni Sessanta elaborò una formula sulle dinamiche e sul limite delle capacità umane: ogni persona – in sintesi – è utile a una organizzazione fino a che non raggiunge il proprio livello di incompetenza. Ecco, quel livello Di Maio lo ha già raggiunto e superato il giorno stesso che ha deciso di lasciare il lavoro di bibitaio dello stadio di Napoli e si è messo a fare politica. Ovviamente io non so come si risolverà questa crisi e siamo pronti a tutto. Ma quando dico «tutto» non intendo proprio «tutto». E sicuramente non Di Maio premier
IL GIORNALE
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