Attirati nel gorgo

A questo punto è un “assedio” nei confronti di Nicola Zingaretti. Costretto alla trattativa per il Governo con i Cinque Stelle. Parliamoci chiaro, il Pd è completamente travolto dal gorgo governista: padri nobili, gruppi parlamentari, sindaci, il grosso del gruppo dirigente che pure sostiene il segretario, da Dario Franceschini a Goffredo Bettini, al presidente del partito Paolo Gentiloni, la cui resistenza si affievolisce di ora in ora.

È bastato davvero poco, per cedere alla grande rimozione di questo anno. Il punto lo coglie Carlo Calenda: “Dopo presa di posizione di Prodi e ‘defilamento’ di Gentiloni direi che oramai la maggioranza a favore del Governo con i 5 Stelle è prossima. È ormai all’unanimità. Le ragioni della mia contrarietà le ho esposte”. Già, perché ormai è senso comune che, una volta avviata l’operazione, non rappresenterà un moltiplicatore di consenso di Salvini, ma porterà nel medio periodo alla chiusura del suo ciclo, favorendo anche il “processo” interno che scatterà nella Lega. Il comunicato dei Cinque Stelle, dopo il lungo vertice a casa Grillo, segna proprio questo “voltapagina”, attestando che si fa sul serio. E che, politicamente parlando, l’esperienza gialloverde, al di là di come si consumerà il passaggio parlamentare, è chiusa. Definitivamente. Comunque Conte, a prescindere da mozioni, risoluzioni e giochi d’Aula, si dimetterà dopo un discorso molto duro verso il suo ex alleato.

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