Effetto banche centrali ma non solo, Piazza Affari (+1,9%) guida l’Europa

Grande attesa per le parole di Powell a Jackson Hole
Dopo che la settimana scorsa una intervista al governatore della Banca centrale di Finlandia, Olli Rehn, ha rilanciato la possibilità che la Bce intervenga già a settembre con nuove misure di stimolo per sostenere l’economia, anche i prossimi giorni saranno importanti sul fronte della politica monetaria. Dal 22 al 24 agosto si terrà l’annuale meeting di Jackson Hole, organizzato dalla Fed di Kansas City e c’è grande attesa per il discorso che farà il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, che potrà indicare se la Banca centrale americana taglierà di nuovo i tassi di interesse durante la prossima riunione (gli osservatori ipotizzano un’ulteriore riduzione di 25 o addirittura 50 punti base, dopo il taglio di luglio).

Il Ftse Mib è sostenuto da industriali e banche
Su questa falsariga si è mossa anche Piazza Affari, dove tutti i titoli del FTSE MIB hanno chiuso ampiamente in positivo (più deboli solo le utility, con rialzi attorno a mezzo punto, come spesso accade ai titoli difensivi in sedute particolarmente brillanti per la Borsa). Ampia parte delle azioni ha chiuso con rialzi superiori all’1%, a partire dalle banche (Ubi Banca +2,26%, Unicredit +2,43%, Banco Bpm +2,2% e Intesa Sanpaolo+1,71%). Ha svettato Cnh Industrial (+5,5%): era stata influenzata negativamente dalle tensioni commerciali, che potrebbero avere impatti sull’attività agricola statunitense, dai timori per un rallentamento dell’economia globale e anche dalla crisi politica in Argentina. Per il gruppo è partito il conto alla rovescia per la presentazione del nuovo piano industriale, che sarà svelato al mercato il prossimo 3 settembre a New York. In evidenza Tenaris (+3,8%), Salvatore Ferragamo(+3,2%) e Prysmian (+3,5%), ma hanno brillato tutte le banche, l’industria e le auto. Scarsa l’influenza dall’andamento dello spread (sui livelli di venerdì a 208 punti, dopo avere trascorso ampia parte della seduta in area 211).

Brillanti i petroliferi, accelera il comparto auto
Sul Ftse Mib hanno brillato anche i petroliferi (Saipem +2,88% ed Eni +1,79%), spinti dai rialzi del greggio, e Stmicroelectronics (+3,01%), che da un lato ha tratto vantaggio dalla distensione dei toni tra Stati Uniti e Cina sul commercio e dall’altro è stata favorita dalla buona performance di Apple a Wall Street. Per altro, a Washington l’amministrazione Trump ha dato alla cinese Huawei altri 90 giorni per potere acquistare attrezzature Made in Usa, cosa che permette ai produttori di microprocessori di tirare un sospiro di sollievo. Il settore auto, in Europa come in Italia (Fiat Chrysler Automobiles +1,86%), ha recuperato terreno dopo la recente debolezza e ha messo a segno una delle migliori performance a livello settoriale (+1,4% l’indice Stoxx 600 Auto). I titoli dell’automotive sono stati tra i più venduti nelle scorse sedute, penalizzati dalle tensioni commerciali e dai dati sul rallentamento dell’economia della Germania, mentre oggi, in una situazione di mercato più distesa, con gli investitori che guardano con grande attenzione alle mosse delle banche centrali che potrebbero essere in grado di sostenere l’economia, hanno registrato soprattutto andamenti positivi.

In Europa in rally energetici, turismo e tech
I listini europei hanno chiuso ampiamente in positivo, con energetici (+2,12% l’Euro Stoxx di settore) e settore turistico (+2,46%) che hanno segnato la performance migliore. A fare da traino sono comunque stati i tecnologici (+1,37%), incoraggiati dal buon andamento del settore a Wall Street, industriali (+1,37%) e auto (+1,4%), che come detto hanno tratto vantaggio dai segnali distensivi tra Stati Uniti e Cina sul trade. Anche il comparto del lusso ha tratto vantaggio dal dialogo sul commercio, con Lvmh in rally del 2,41% a Parigi. Da segnalare la buona performance delle banche, in particolare Deutsche Bank (+2,69% a Francoforte), dopo che per la prima volta il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ha detto che il Governo è disponibile ad allargare i cordoni della borsa e aumentare la spesa pubblica, con interventi extra fino a 50 miliardi di euro. Nel settore tech StMicroelectronics in accelerata del 3% a Parigi e del 3,01% a Milano e Asml a +1,91% ad Amsterdam.

Euro rivede la soglia di 1,11 dollari
L’euro recupera leggermente sul dollaro, quando lo yen perde terreno sulle principali valute. La moneta unica ha riconquistato brevemente la soglia di 1,11 dollari, passando di mano a 1,1103 dollari, da 1,1099 dollari in avvio e 1,1097 della chiusura di venerdì scorso, salvo poi assestarsi poco sotto gli 1,11 dollari. L’euro la scorsa settimana si era indebolito soprattutto nei confronti del dollaro di fronte alla possibilità di un nuovo pacchetto di stimolo all’economia da parte della Banca centrale europea già a settembre. L’istituto di Francoforte potrebbe avviare una nuova tornata di acquisti sui bond e tagliare ancora il tasso sui depositi, già in negativo. Secondo gli operatori, questa mattina un po’ di sostegno alla moneta unica arriva dalle indiscrezioni stampa secondo le quali il governo tedesco sta pensando a un intervento di stimolo da 50 miliardi di euro per l’economia del Paese. Nel secondo trimestre 2019 il Pil della Germania è sceso dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti e rischia un calo anche nel terzo trimestre.

Petrolio in recupero dopo attacco a impianto saudita
Ancora una seduta di recupero per il prezzo del petrolio che grazie al rialzo di venerdì è riuscito a non chiudere in rosso la terza settimana consecutiva. A sostenere i corsi del greggio nella seduta di oggi è la notizia che combattenti yemeniti hanno attaccato con un drone uno stabilimento di Saudi Aramco in Arabia Saudita. In particolare, è stato colpito l’impianto di Shaybah che produce circa 1 milione di barili al giorno, meno del 10% della produzione complessiva del colosso petrolifero saudita ma comunque greggio di elevata qualità. Saudi Aramco ha detto che lo stabilimento non ha riportato danni significativi ma l’attacco contribuisce a creare tensione nell’area. Il contratto consegna ottobre sul Wti e il Brent di pari scadenza sono arrivati a guadagnare anche il 2%, per poi assestarsi su aumenti più contenuti. Da ricordare che rispetto ai picchi di aprile scorso il petrolio ha perso circa il 17% del suo valore. L’attenzione resta alta sui livelli produttivi, con l’Arabia Saudita impegnata a cercare di contenere ancora la produzione per sostenere i prezzi.

Eurostat, rallenta all’1% tasso annuo inflazione a luglio
L’inflazione nell’Eurozona rallenta, a luglio, ad un tasso annuo dell’1% in calo dall’1,3% registrato a giugno mentre, un anno prima, il tasso era al 2,2%. Lo rende noto Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea precisando che l’inflazione annua dell’Unione europea a 28 è stata dell’1,4% a luglio in calo dell’1,6% a giugno e dal 2,2% di un anno prima. La variazione mensile per l’area euro e’ del -0,5 per cento. Le percentuali annue più basse sono state registrate in Portogallo (-0,7%), Cipro (0,1%) e Italia (0,3%) mentre i tassi più alti appartengono a Romania (4,1%), Ungheria (3,3%), Lettonia e Slovacchia (entrambi 3%). Rispetto a giugno, l’inflazione annua è diminuita in quindici Stati membri, è rimasta stabile in due ed è aumentata in undici. A luglio, il contributo più elevato al tasso d’inflazione annuale nell’area dell’euro è venuto dai servizi (+0,53 punti percentuali) seguiti da cibo, alcol e tabacco (+0,37 punti), beni industriali non energetici (+0,08) ed energia (+0,05).

Balzo di Shanghai e Shenzhen dopo stimoli Banca centrale
Seduta di forti guadagni per le piazze della Cina continentale, complice l’annuncio nel fine settimana della banca centrale cinese di nuove regole per fissare il parametro di riferimento sui tassi di interesse introducendo un meccanismo volto ad abbassare i tassi sui prestiti su base reale. Sabato la Banca popolare cinese (Pboc) ha svelato le principali riforme dei tassi di interesse per aiutare a ridurre i costi di indebitamento delle aziende e sostenere un’economia in rallentamento colpita dalla lenta guerra commerciale con gli Stati Uniti. Una mossa che ha aiutato gli acquisti sui titoli cinesi con l’umore degli investitori ampiamente più ottimista. Le speranze che le principali economie cercheranno di sostenere il rallentamento della crescita con nuovi stimoli hanno contribuito ad alleviare alcune delle paure recessive scatenate nei mercati la scorsa settimana. Così alla Piazza di Shanghai l’indice composito ha guadagnato il 2,1% a 2.883,10 punti e l’indice di Shenzhen il 3,1% a 1571.97 punti.

Spread BTp-Bund chiude invariato a 208 punti
Seduta poco mossa per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico Mts in un contesto di scambi ancora ridotti e all’inizio di una settimana cruciale per l’evoluzione della crisi di Governo italiana. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005365165) e il pari durata tedesco ha chiuso a 208 punti base, in linea con il finale della vigilia. In rialzo il rendimento del BTp decennale, indicato all’1,43% dall’1,40% del riferimento di venerdì.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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