Conte spiega la crisi al Paese. Il Quirinale pronto alle consultazioni

ROMA Nessuna concessione a giochi di Palazzo. Giuseppe Conte vive la vigilia della sua giornata cruciale convinto che una crisi di governo vada ratificata con chiarezza in Parlamento, senza sotterfugi e senza tentativi di dilazione. Con la Lega ormai il rapporto è insanabile, e anche se Salvini ci ripensasse Conte salirebbe comunque al Quirinale, per discutere con il capo dello Stato di tutti i possibili scenari. La via delle dimissioni è la più probabile, di sicuro si certificherà l’apertura della crisi. Dal Colle si colgono segnali contraddittori da parte dei partiti ma ci si appresta ad avviare le consultazioni.

Lo scenario meno probabile è che Conte rimanga a Palazzo Chigi, non ha voglia di proseguire l’esperienza di governo con soluzioni pasticciate, con non semplici accordi programmatici fra Pd e M5S. Ha detto a tutti di seguirlo su Facebook, attraverso il Parlamento parlerà innanzitutto al Paese, e il suo sarà un discorso senza fronzoli, una disamina obiettiva dei 15 mesi al governo, senza fare sconti a nessuno, né alla Lega né tantomeno ai 5 Stelle, ma la parte centrale sarà sicuramente incentrata su quella «sleale collaborazione» che ha già denunciato da parte di Salvini, accusandolo di manipolare in pubblico atti privati e riservati, persino comunicazioni istituzionali.

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