La ricreazione è finita

Anche il calendario delle consultazioni al Quirinale, rapide e senza indugio, convocate per le prossime 48 ore, è indicativo. Rivela la ferma volontà da parte di Sergio Mattarella di mettere un punto fermo in questa crisi, a tratti surreale, perché il paese non può permettersi traccheggiamenti e tempi infiniti che sposterebbero ancora più in avanti, in pieno inverno, la nascita di un nuovo governo chiamato ad affrontate l’annunciata emergenza economica.

 Eccoli i tempi: primo giro entro giovedì sera, poi, se i partiti chiederanno qualche giorno per approfondire e definire uno schema serio di accordo, sarà concesso, altrimenti varerà un “governo elettorale” che abbia l’unico scopo di portare in modo ordinato il paese al voto. Insomma, la ricreazione è finita. Ed è chiaro che il capo dello Stato non si metterà a orchestrare manovre per arrivare a un governo istituzionale, esercitando un ruolo non di arbitro, ma di regista di una operazione politica, per la quale mancano condizioni oggettive e convinzioni soggettive. Punto. Il suo unico, vero, punto fermo è evitare un bis del 2018: consultazioni eterne, fatte di giochi tattici, finte aperture, trasformando il Quirinale nel set un infinito “doppio forno”, con Di Maio che inizia aprendo al Pd, poi si consuma il primo tentativo, poi magari procede a un nuovo tentativo con Salvini, una volta smaltito il trauma dell’intervento di Conte. Ipotesi neanche tanto peregrina, che pure c’è tra i Cinque stelle.

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